Controlli e liti

L’addio a Equitalia e la rinuncia a un’autentica riforma della riscossione

immagine non disponibile

di Andrea Carinci

Dal 1° luglio 2017 Equitalia sparirà e al suo posto subentrerà un soggetto nuovo, ossia Agenzia delle Entrate – Riscossione. L’unico cambiamento sicuro sarà, però, sul nome del soggetto incaricato della riscossione coattiva delle entrate pubbliche. Ad ora, in effetti, mancano indizi di novità ulteriori, nelle funzioni e soprattutto nel modo di operare.

Mancanza di indizi da cui è legittimo assumere che, verosimilmente, il nuovo soggetto userà le stesse procedure e gli stessi poteri oggi in uso ad Equitalia. Vero è che il nuovo soggetto si troverà ad operare in un contesto in parte rinnovato per effetto delle recenti misure condonali (rottamazione dei ruoli e definizione delle liti pendenti) che, pur con svariate perplessità, dovrebbero ridurre l’arretrato nella riscossione. Ma se questo rappresenta un buon viatico per il nuovo soggetto, probabilmente si perderà l’occasione di sfruttare tale situazione favorevole per avviare un’autentica riforma della riscossione.

Le criticità della riscossione continueranno quindi a riproporsi e, in breve tempo, si ritornerà alla situazione attuale. Del resto i poteri al servizio della riscossione coattiva rimarranno i medesimi di Equitalia, se non addirittura accresciuti dal riconoscimento dei medesimi strumenti di indagine patrimoniale oggi accordati all’agenzia delle Entrate. Come pure rimarrà il personale, dal momento che i dipendenti di Equitalia passeranno al nuovo soggetto. Insomma, uomini, mezzi e procedure rimarranno verosimilmente i medesimi di Equitalia.

Se così è, diviene poi inevitabile immaginare che il mutamento sarà solo nella denominazione; ciò nonostante i problemi della riscossione coattiva siano sotto gli occhi di tutti. La riscossione rimane, infatti, una vicenda con gravi criticità: da una parte è necessaria a garantire la cogenza dei precetti tributari ma, dall’altro, continua a soffrire i problemi di sempre, ossia di essere tardiva, spesso inefficace, talvolta inutilmente oppressiva.

Di interventi da fare ve ne sarebbero molti, ma alcuni appaiono forse più immediati di altri. Vi è innanzitutto il tema della rateazione del debito, giacché non si comprende per quale ragione la rateazione debba continuare ad essere più vantaggiosa (in termini di dilazione) se fatta sui ruoli, e quindi con Equitalia, piuttosto che sugli avvisi di accertamento. Vi è poi la questione dei tempi per l’affidamento dei carichi in riscossione, che allontanano indefinitamente la fase esattiva rispetto a quella dell’accertamento del debito la quale, a sua volta, segue di anni la realizzazione del presupposto di imposta. Con la conseguenza che si finisce per chiedere i soldi rispetto a vicende intervenute svariati anni prima, con tutte le implicazioni facilmente intuibili, sia in termini di conservazione delle garanzie patrimoniali sia anche di giustificazione e legittimazione stessa della richiesta.

Insomma, per immaginare una riscossione veramente nuova occorre uno sforzo ulteriore e diverso, in grado di coniugare una visione di insieme con reali ambizioni di cambiamento, nella sostanza prima che nelle formule.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©