Adempimenti

L’Anc chiede alla Ue la verifica su comunicazioni, detrazioni Iva e visti

di Federica Micardi

La Commissione europea - Direzione generale fiscalità e unione doganale - viene chiamata in causa sui tempi «troppo stretti» per le detrazioni Iva, sui costi eccessivi per il visto di conformità obbligatorio dal 24 aprile per le compensazioni superiori a 5mila euro, sulla comunicazione trimestrale Iva.

La decisione di rivolgersi all’Europa per bloccare le restrizioni Iva appena introdotte è stata presa dall’Anc (Associazione nazionale commercialisti) guidata da Marco Cuchel e da Confimi Industria (Confederazione dell’industria manifatturiera italiana e dell’impresa privata) diretta da Paolo Agnelli.

La denuncia presentata venerdì 12 maggio riguarda le novità della legge Iva che, per i denuncianti sono «in palese violazione dei principi di effettività, proporzionalità e neutralità della disciplina dell’imposta sul valore aggiunto» e violano gli articoli 167, 168 e seguenti della Direttiva 2006/112/CE .

In particolare, si legge nel documento inviato a Bruxelles le novità introdotte con l’articolo 2 del Dl 50/2017 sono «proiettate a produrre un implicito indebito arricchimento delle casse erariali... perpetrato rendendo eccessivamente onerosa la possibilità per il soggetto passivo di esercitare in concreto la detrazione dell’Iva» in particolare per gli acquisti di fine anno; una norma che sembra violare anche il principio fondamentale di neutralità dell’Iva.

Un’ostacolo al diritto alla detrazione, secondo Anc e Confimi Industria, è anche la norma che abbassa da 15mila a 5mila euro il plafond per compensare senza dover apporre il visto di conformità (articolo 3, Dl 50/2017 ); questo”tetto” comporta dei costi aggiuntivi per gli operatori professionali (dal software all’assicurazione professionale) che si riverseranno sui contribuenti, in controtendenza rispetto al “rimborso” per le fedeiussioni chiesto in Italia per le compensazioni superiori ai 30mila euro, che il Governo si è impegnato a sostenere (dal 2018) per evitare la procedura di infrazione 2013/4080.

Inutile e controproducente - si legge nell’articolata denuncia - anche la comunicazione trimestrale dell’Iva. Perché, «la coincidenza temporale ricercata dal Governo italiano è meramente utopica per le fatture di fine anno». L’incrocio tra fatture, per fornire dati utili deve tornare a una periodicità biennale «diversamente, emergeranno una quantità talmente smisurata di divergenze il cui riscontro paralizzerà l’attività di tutti: amministrazione finanziaria e contribuenti».

L’evasione Iva in Italia è stimata di 40 miliardi di euro, il recupero Iva che si dovrebbe ottenere attraverso l’allineamento delle fatture dovrebbe essere di 100 milioni di euro; una cifra - si legge nella denuncia - scarsamente significativa.

Cuchel e Agnelli chiedono l’intervento della Ue ma non escludono che « il Parlamento svolga al meglio il proprio compito ed intervenga durante i lavori di conversione del decreto riportando equilibrio sulla vicenda».

La lettera di Anc e Confimi inviata alla Ue

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