Le entrate del professionista per l’affitto delle stanze dello studio riducono le spese
Un professionista fattura i propri compensi professionali come dottore commercialista; inoltre, essendo proprietario di uno studio professionale, fattura con Iva l’utilizzo di alcune stanze dello studio in forma di servizi (affitto comprensivo dei costi energia elettrica, telefono, eccetera) e indica questi compensi nel quadro RL (redditi diversi) della dichiarazione dei redditi. Queste somme, incassate a titolo di servizi, rientrano nel volume di affari di 65mila euro compatibile con il regime forfettario? L. B. – Roma
Il problema è capire la natura di tale addebito, se cioè esso possa essere inquadrato tra i compensi derivanti dall’esercizio di arte o professione. Chi scrive ritiene (anche citando un precedente interpretativo, circolare 38/E del 23 giugno 2010, paragrafo 3.4), che l’addebito in questione vada considerato una riduzione di spese, piuttosto che un compenso. Coerentemente con tale impostazione, si ritiene che l’addebito in questione non concorra a formare il tetto di 65mila euro, per il quale concorrono, appunto, ricavi (per l’imprenditore) e compensi (per il professionista) . Per completezza e coerentemente con tale impostazione, gli addebiti in questione non devono essere collocati nel quadro RL, ma quale riduzione delle spese già comprese nella percentuale forfettaria riconosciuta al professionista.
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