I temi di NT+Le massime di Cassazione

Le sentenze di Cassazione su reverse charge, ipoteca e rimessione nei termini

di Luca Benigni e Ferruccio Bogetti

Perizia del Ctu irrilevante per l’acquisto di immobili dal concordato

Ai fini dell’assolvimento dell’imposta di registro riguardante le alienazioni di immobili abitativi adottate nel concordato fallimentare o preventivo con cessione dei beni, non è possibile applicare il valore indicato nella perizia dal Ctu anziché il valore catastale perché tale fattispecie non rientra tra quelle tassativamente previste dall’articolo 44, comma 1, del Dpr 131 del 1986. La finalità della procedura concordataria non è infatti quella di realizzare il maggior valore possibile, bensì quello di perseguire la maggiore convenienza economica dei creditori e quindi la norma sopra indicata non è suscettibile di applicazione analogica. Pertanto in presenza dei requisiti normativi recati dal comma 497 dell’articolo 1 della legge 266/2005, le persone fisiche che non agiscono nell’esercizio di attività commerciali, artistiche o professionali e che acquistano immobili abitativi in sede di espropriazione forzata o pubblico incanto, sono legittimate ad applicare quale base imponibile dell’imposta di registro il valore catastale senza alcuna riduzione di cui ai commi 4 e 5 dell’articolo 52 del Dpr 131 del 1986.

Cassazione, ordinanza 25/2022

Reverse charge, nessun automatismo per detrarre l’Iva addebitata dal fornitore estero

Non è automatico in capo al cessionario il diritto alla detrazione dell’Iva in caso di reverse charge, modalità applicativa che sposta su di esso l’onere di versare il tributo previa integrazione della fattura ricevuta dal fornitore estero con evidenza dell’Iva dovuta, l’annotazione nel registro Iva vendite e la contemporanea annotazione nel registro Iva acquisti. Infatti il diritto alla detrazione dell’Iva, da parte del cessionario che riceve merce e/o servizi dal fornitore estero, è sempre condizionato alla sussistenza delle condizioni soggettive, ossia che egli sia soggetto passivo del tributo ed altresì delle condizioni oggettive, ossia che i beni e/o servizi acquistati vengano utilizzati ai fini delle operazioni attive. Pertanto in mancanza di esse lo stesso cessionario potrebbe rispondere di indebita fruizione del diritto alla detrazione conseguente all’annotazione sul registro Iva degli acquisti.

Cassazione, sentenza 140/2022

Niente stop integrale all’ipoteca per i giudizi pendenti sugli atti sottesi

Non basta la mera pendenza di giudizi aventi ad oggetto l’impugnazione degli atti prodromici, siano questi cartelle oppure intimazioni di pagamento, per impedire al concessionario di dare avvio al procedimento di iscrizione ipotecaria sui beni immobili del contribuente. Infatti il giudice tributario, neppure in caso di annullamento sopravvenuto in sede giudiziale e/o in autotutela degli atti prodromici, può disporre l’annullamento integrale dell’iscrizione ipotecaria, avendo piuttosto facoltà di ricondurre il gravame alla misura corretta.

Cassazione, ordinanza 203/2022

Lo sciopero non giustifica la rimessione nei termini del ricorso tardivo

Anche se applicabile al processo tributario, l’istituto della rimessione in termini previsto dall’articolo 153 del Codice di procedura civile non è utilmente invocabile dal difensore per giustificare la tardività della proposizione del ricorso introduttivo del contribuente in ipotesi di chiusura, a causa dello sciopero del personale, dell’ufficio postale nell’ultimo giorno utile per la notifica. Questo in quanto, a prescindere dalla necessità che la richiesta di rimessione deve essere tempestiva, nel caso di specie non sussistono i requisiti della causalità e della assolutezza dell’impedimento potendo il contribuente/difensore effettuare la notifica del ricorso di primo grado ai sensi del terzo comma dell’articolo 16 del Dlgs 546 del 1992, mediante consegna diretta all’impiegato addetto dell’agenzia delle Entrate, che ne rilascia ricevuta.

Cassazione, ordinanza 268/2022

La concessionaria paga alla Provincia il Cosap sui pontoni autostradali

La società titolare della concessione autostradale deve corrispondere il canone per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche (Cosap) con riferimento ai pontoni autostradali che insistono nel territorio dei Comuni e/o delle Province. Ciò perché l’attività di gestione economica e funzionale dei pontoni autostradali da parte della titolare della concessione autostradale integra un’occupazione abusiva dello spazio sovrastante alla strada provinciale realizzata in assenza del titolo concessorio rilasciato dalla Provincia. Resta fermo che rimane soggetto obbligato chi pone in essere l’occupazione, titolata o abusiva, sugli spazi e sulle aree appartenenti al Demanio e/o al patrimonio indisponibile dei Comuni e delle Province.

Cassazione, sentenza 365/2022

Senza pubblicità il posto auto del parcheggio aeroportuale

Non deve essere assoggettata ad imposta sulla pubblicità la società di autonoleggio che espone il proprio marchio in corrispondenza del singolo posto auto assegnato all’interno del parcheggio ubicato dentro l’aerea aeroportuale se l’adeguatezza della segnaletica, anche luminosa, sia rilevante a tutela della funzione meramente informativa. Infatti lo scopo di promuovere il marchio della società di autonoleggio risulta residuale rispetto a quello di indirizzare i clienti, che hanno già concluso un contratto di noleggio, verso il luogo in cui sono ubicati i veicoli a noleggio appartenenti alla stessa.

Cassazione, sentenza 384/2022

Il giudice valuta le prove fornite per l’accertamento sintetico

Nel caso di accertamento basato sul redditometro il giudice tributario deve sempre considerare l’efficacia assertiva degli elementi addotti dal contribuente, come il disinvestimento di fondi e/o la disponibilità di somme per effetto di successione mortis causa, in grado di vincere la presunzione di disponibilità di redditi ulteriori rispetto a quelli dichiarati. Questo in quanto gli elementi individuati dalla norma per l’accertamento sintetico devono comunque risultare idonei per fondare la pretesa, anche in considerazione dell’efficacia probatoria degli elementi conoscitivi addotti dal contribuente.

Cassazione, sentenza 484/2022