Miani (Cndcec): «Delegare nuovi spazi di attività alla categoria»
L’intervista al presidente del Consiglio nazionale riassume le prospettive per i commercialisti
Riduzione della burocrazia, pratiche più veloci, nuovi spazi di attività per la categoria: per Massimo Miani, presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti, sono i vantaggi che possono arrivare dall’ampliamento del ruolo di intermediazione dei commercialisti, che già svolgono da anni questo compito in campo fiscale facendo da tramite tra contribuenti e Stato.
Quali prospettive ci sono che l’affidamento di funzioni sussidiarie ai commercialisti arrivi in porto?
Si tratta di un’ipotesi fattibile. Lo stesso Pd, che oggi è al Governo, in passato l’aveva proposto. D’altra parte, il tema della semplificazione della burocrazia, da sempre nell’agenda dei vari Governi, in questi mesi è ritornato prepotentemente di attualità a causa della pandemia. C’è, inoltre, da considerare che già svolgiamo compiti per conto dello Stato e che in passato gestivamo il registro dei revisori legali per il ministero della Giustizia. Poi, il ministero dell’Economia ha voluto far da sé.
Sulla questione delle specializzazioni il percorso appare più complicato.
A gennaio eravamo arrivati a un testo condiviso e si può ripartire da quello. Non capisco il motivo per cui qualcuno si opponga a questa riforma: oggi la professione non può essere quella di trent’ anni fa. C’è poi da considerare che, di fatto, le specializzazioni già ci sono: il revisore legale o chi si occupa di crisi d’impresa è uno specialista. Con la complicazione, però, che si deve iscrivere ad altri albi o elenchi. Di questo passo, il rischio è che si svuoti la professione.
A proposito di attività che cambia, com’è stata la risposta al modello di lavoro in rete che avete proposto come alternativa a Stp e associazioni professionali?
Non abbiamo un riscontro puntuale, proprio perché si tratta di accordi tra gli studi che non hanno bisogno di un passaggio pubblico. Posso dire che le Stp stanno crescendo. In ogni caso, chi si mette insieme lavora meglio e guadagna di più. C’è chi ha paura - una volta che si mette in rete con altri colleghi condividendo competenze e clienti - di perdere questi ultimi. Una preoccupazione comprensibile ma poco fondata, mentre sono di gran lunga superiori i vantaggi dell’aggregazione.