Contabilità

Non profit, adattato il principio di continuità

Per determinare il valore d’uso dei beni si applica l’Oic 9 senza attualizzazioni

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di Franco Roscini Vitali

Il principio contabile Oic 35 conferma, nella sostanza, l’applicazione dei principi contabili nazionali agli Enti del Terzo settore (Ets).

È il decreto ministeriale a stabilire che gli enti del Terzo settore seguono le norme ordinarie del Codice civile e dei principi contabili nazionali per la predisposizione del bilancio in quanto compatibili con l’assenza di scopo di lucro e con le finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale degli enti del Terzo settore. Ne consegue che per tutte le altre operazioni, per le quali nell’Oic 35 non è stata prevista una disciplina specifica, si applicano le regole contabili dei principi Oic.

Nelle Motivazioni alla base delle decisioni assunte è precisato che il solo postulato di bilancio che ha richiesto un adattamento è quello della continuità aziendale. Gli Ets sono organizzazioni che non hanno scopo di lucro la cui attività non è preordinata alla produzione del reddito, ma piuttosto a mantenere un equilibrio economico-finanziario: per questo motivo il documento ha adattato il postulato della continuità aziendale. I destinatari dell’Oic 35 sono gli enti che redigono il bilancio utilizzando il principio della competenza economica.

Sempre nelle Motivazioni, un richiamo specifico riguarda l’applicazione del principio contabile Oic 9 che disciplina il trattamento contabile delle perdite durevoli di valore delle immobilizzazioni materiali e immateriali. Se il valore recuperabile di un’immobilizzazione è inferiore al suo valore contabile, l’immobilizzazione si rileva a tale minor valore: il valore recuperabile di un’attività è il maggiore tra il suo valore d’uso e il suo fair value, al netto dei costi di vendita.

Gli Ets, per determinare il valore d’uso, utilizzano l’approccio semplificato dell’Oic 9 che non richiede l’attualizzazione dei flussi di cassa futuri perché sono aziende che non hanno scopo di lucro. Si tratta di una semplificazione notevole che comporta soltanto la determinazione della capacità di ammortamento.

Il confronto avviene tra il valore netto contabile iscritto in bilancio e la capacità di ammortamento dei futuri esercizi. Generalmente sono stimati i flussi reddituali futuri riferibili alla struttura produttiva nel suo complesso e non quelli derivanti dalla singola immobilizzazione. Tuttavia, se l’impresa ha una struttura produttiva segmentata in rami d’azienda che producono flussi finanziari autonomi, l’Oic 9 raccomanda di fare riferimento ai singoli rami. Nel caso in cui, al termine del periodo di previsione esplicita della capacità di ammortamento, per alcune immobilizzazioni residua un valore economico significativo, tale valore, determinato sulla base dei flussi di benefici che si ritiene l’immobilizzazione possa produrre negli anni successivi all’ultimo anno di previsione esplicita, concorre alla determinazione della capacità di ammortamento: in sostanza, alla capacità di ammortamento si somma l’eventuale valore economico che residua al termine del periodo di previsione.

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