Nuovo allarme dei commercialisti: e-fattura con troppe incognite
Rischio caos sulla fattura elettronica. A lanciare ancora una volta l’allarme il Consiglio nazionale dei commercialisti: «A trenta giorni dall’entrata in vigore dell’obbligatorietà della fatturazione elettronica – denuncia il presidente della categoria Massimo Miani - sull'intera vicenda regna ancora la confusione. Temiamo che questa situazione possa generare il caos».
Le criticità si presentano su diversi piani: la privacy, l'incertezza sugli obbligati, l'assenza di copertura internet in alcune aree del territorio, il disagio crescente delle piccole e micro imprese. Tutti allarmi che il Consiglio nazionale dei commercialisti e le associazioni di categoria in questi mesi hanno raccolto sul territorio e cercato di portare all'attenzione del Governo.
«Sul tema fatturazione – afferma Miani – giriamo l’Italia per convegni, parliamo con i colleghi, abbiamo il polso delle piccole imprese e possiamo dire con cognizione di causa che la situazione è complessa».
La questione privacy è solo l’ultimo aspetto emerso: «C’è l’enorme problema sollevato giustamente dall’Autorità garante per la privacy – ricorda Miani - che non si risolverà facilmente e non certo limitandosi ad escludere i soli dati sanitari, perché il tema è molto più ampio e le criticità strutturali».
Ma non è l'unica complicazione: «C’è ancora poca chiarezza anche sulle categorie esentate, c'è un pezzo non irrilevante del Paese privo di una copertura Internet adeguata a gestire questa forte accelerazione in termini di digitalizzazione, c’è un ritardo evidente delle imprese, il cui percorso di adeguamento procede a rilento».
Sulla base di questi elementi il Consiglio nazionale, che da tempo chiede un'introduzione graduale dell’adempimento, torna sulla questione. Un'insistenza giustificata dal fatto che, secondo Miani, si è ancora in tempo per affrontare questo passaggio con maggiore razionalità.
Ai ripetuti allarmi lanciati dai professionisti la risposta del legislatore è sempre stata quella dell’impossibilità di una proroga per esigenze di gettito. A questo proposito i commercialisti replicano così: «Riteniamo probabile – dice Miani – che in termini di gettito i risultati non si discosteranno molto da quelli ottenuti con lo spesometro e sottolineiamo il fatto che, comunque, carta e digitale continueranno a convivere. Nella sostanza, dunque, un passaggio tanto radicale all’obbligatorietà deve essere attentamente ponderato anche per le criticità e gli oggettivi pericoli derivanti dalla gestione dei dati in relazione agli obiettivi, obiettivi che non sono comunque certi».
L'esperienza dello spesometro è ancora fresca nella memoria dei commercialisti, meno forse in quella del legislatore, che nel frattempo è cambiato. Anche allora la categoria era intervenuta in diverse occasioni per chiedere un rinvio, che alla fine è stato concesso, anche se troppo tardi e solo dopo che il sistema di ricezione del portale delle Entrate è andato in tilt.
I commercialisti, comunque, lavorano per arrivare all’appuntamento del 1° gennaio preparati; il Consiglio nazionale ha fatto sapere che l’11 dicembre si svolgerà l’evento in diretta streaming per presentare il portale di categoria dedicato alla fatturazione elettronica. L’appuntamento servirà a illustrare tutte le funzionalità della piattaforma.
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