Pace fiscale, abolizione dell’Ace e forfettari a 65mila euro: in arrivo il decreto fiscale
Un decreto fiscale subito per liberare risorse finanziarie da destinare alla manovra. È lo stesso vicepremier Luigi Di Maio a confermare che entro fine settembre sarà varato il provvedimento d’urgenza con le misure che faranno perno sulla pace fiscale - in versione ridotta rispetto agli iniziali propositi della Lega ma con una stretta sui reati tributari -, la flat tax per le partite Iva che si fermerebbe a 65mila euro e la detassazione di 9 punti dell’Ires per chi investe in beni e nuove assunzioni. Misura quest’ultima che potrebbe però portare all’abolizione dell’Ace (aiuto alla crescita economica) e a una riformulazione del super e dell’iper ammortamento.
Il decreto potrebbe ospitare anche misure in scadenza che richiedono interventi d’urgenza anche prima dell’avvio della sessione di bilancio in Parlamento. Sul tavolo, ad esempio, c’è il disinnesco della clausola di salvaguardia inserita nel 2014, che a fine novembre rischia di far aumentare il prezzo della benzina e del gasolio prevedendo l’aumento delle accise sui carburanti in grado di garantire non meno di 140,7 milioni già per il 2018 (si veda Il Quotidiano del Fisco del 22 settembre ). C’è anche la questione Alitalia, con la probabile proroga per la procedura di vendita (si parla di un mese e mezzo rispetto alla scadenza del 31 ottobre).
Flat tax e pace fiscale
Cambio in corsa sul 15% per le partite Iva: la soglia dei ricavi si fermerebbe a 65mila euro. L’idea di portare il tetto a 100mila euro aumentando del 5% il prelievo solo sulla parte incrementale dei ricavi al momento sarebbe stata accantonata in attesa del via libera di Bruxelles. Sulla pace fiscale i confini sono ancora tutti da definire. I punti certi sono una stretta sulle sanzioni per reati tributari e la definizione delle liti pendenti con uno sconto variabile sulla pretesa erariale a seconda del grado della lite.
Mini Ires e maxi-ammortamenti
Il taglio di 9 punti dell’Ires per le imprese che reinvestono gli utili in beni e nuove assunzioni al momento è uno dei punti fermi. Il nuovo bonus fiscale richiede però uno stretto coordinamento con altre misure che hanno sostenuto gli investimenti delle imprese negli ultimi anni. A partire dall’Ace (l'aiuto alla crescita economica per premiare la capitalizzazione delle imprese) che potrebbe essere sacrificato e abolito in nome del taglio dell’Ires. Ragionamento invece più elastico al momento su super e iper ammortamento: i tecnici della Lega studiano una differenziazione rispetto al taglio Ires basata sulla platea dei beni agevolabili. Al ministero dello Sviluppo hanno comunque preparato la bozza del nuovo piano Impresa 4.0. Lo schema - che potrebbe arrivare invece solo con la legge di bilancio - prevede per l’iperammortamento dei tetti al beneficio per facilitare le Pmi: tre soglie, una per le piccole imprese (sotto i 3 milioni di investimento), una per le medie, una per le grandi. Contemporaneamente si valutano le coperture per finanziare i voucher per i “temporary manager” della digitalizzazione: esperti che entrino, con contratti fino a due anni, nelle Pmi per facilitare la trasformazione 4.0
Fondi da banche e detrazioni
Il cantiere fiscale va comunque oltre il provvedimento d’urgenza collegato alla manovra. La leva fiscale potrebbe essere utilizzata anche per garantire risorse al reddito di cittadinanza. Tra le ipotesi allo studio ci sarebbero anche due interventi sulle tax expenditure: la riduzione della deducibilità degli interessi passivi per le banche, la cui percentuale attuale del 100% verrebbe limitata intorno all’80 per cento; il nuovo limite alle detrazioni per spese sanitarie che verrebbero riconosciute a chi ha redditi fino a 90mila euro o fino a 120mila euro in caso di carichi familiari. La fattibilità delle due misure è legata alla decisione politica sulla volontà del Governo di intervenire su banche e sconti fiscali.
Le semplificazioni
Il pacchetto semplificazioni interviene sulla fatturazione elettronica ad esempio con la sterilizzazione delle sanzioni per tutto il 2019. Di Maio punta poi a misure di “decertificazione”. Tra queste la riduzione dei registri cartacei estendendo a quelli contabili le stesse regole oggi in vigore per i documenti Iva, ossia si dovranno stampare solo nel caso di controlli e verifiche (sul punto vanno però superati possibili contrasti con le regole Ue).