«Pir» con opzioni differenziate
I piani individuali di risparmio a lungo termine (Pir) sono “contenitori” di strumenti finanziari che, a determinate condizioni, permettono all’investitore di ottenere la non imponibilità dei redditi prodotti dagli strumenti finanziari inclusi nel Pir e l’esclusione dall’imposta di successione. I Pir in forma di depositi a custodia, amministrazione o gestione in regime di risparmio amministrato richiedono complessi interventi sui sistemi informatici degli intermediari. Perciò l’industria del risparmio propone soprattutto la costituzione di due tipologie di Pir.
A sottoscrizione diretta
La prima tipologia è quella del Pir costituito mediante la sottoscrizione diretta presso una società di gestione del risparmio abilitata di quote di Oicr la cui politica d’investimento rispetti le condizioni di composizione e concentrazione del portafoglio richieste dalla norma. In questo caso il Pir è costituito presso la stessa Sgr che provvederà a monitorare il rispetto della condizione di durata dell’investimento e a prelevare le imposte dovute (anche mediante disinvestimento delle quote) nel caso in cui le quote siano cedute (o rimborsate senza successivo reinvestimento) entro il quinquennio. In questo caso il piano individuale è costituito da uno o più Oicr Pir compliant e altri prodotti della Sgr ed è detenuto presso la Sgr collocatrice dei prodotti. All’investitore sono offerte varie possibilità:
mantenere l’investimento nell’Oicr per almeno 5 anni: in questo caso i proventi derivanti dal successivo rimborso della quota saranno esclusi da imposizione (le minusvalenze saranno deducibili);
trasferire il Pir presso altro intermediario mantenendo il regime di non imponibilità;
cedere o farsi rimborsare la quota prima del quinquennio con l’effetto che i proventi derivanti dalla cessione o rimborso – e gli eventuali proventi periodici percepiti nel corso dell’investimento – saranno tassati con gli interessi.
A risparmio amministrato
Il Pir costituito mediante apertura presso una banca, Sim, fiduciaria, o altro intermediario finanziario autorizzato di un rapporto di custodia e amministrazione in regime di risparmio amministrato, in cui siano collocati, uno o più Oicr “Pir compliant”. In questo caso il Pir è costituito dal deposito presso la banca, o altro intermediario. Questa soluzione consente di diversificare l’investimento, dato che potranno essere sottoscritti più Oicr «Pir compliant» di diverse Sgr, rispettando la condizione che ciascun investitore non può detenere più di un Pir. Sono ammessi tutti i comportamenti già descritti, ma il vantaggio principale di questa soluzione consiste nel fatto che si può scegliere fra diverse composizioni dell’investimento, compreso titoli diversi dai fondi comuni. Ad esempio, si può investire il patrimonio al 50% in Oicr «Pir compliant», al 30% in altre forme di investimento totalmente libere e al 20% in altri «strumenti finanziari qualificati», rispettando la condizione che almeno il 30% della quota del 20% sia investita in strumenti finanziari emessi da imprese diverse da quelle dell’indice Ftse Mib o indici equivalenti. In questo caso, tutti i proventi del Pir beneficiano della non imponibilità e il Pir nel complesso beneficia dell’esclusione da imposta di successione.
I limiti dei Pir
Gli investimenti nel Pir non possono eccedere 30 mila euro nel corso di ciascun anno solare e complessivamente 150.000 euro. In un’ottica di semplificazione, è auspicabile che il vincolo sia interpretato nel senso che l’ammontare dell’investimento agevolato nel primo anno di costituzione del piano non deve, nel complesso eccedere 30 mila euro, nel secondo 60mila, nel terzo 90mila nel quarto 120mila e nel quinto e successivi 150 mila, a prescindere dai disinvestimenti e reinvestimenti (tassati o non tassati) che si siano, nel frattempo, verificati. Bisogna cioè fare in modo che ove, ad esempio, il contribuente – raggiunto un investimento di 90 mila euro, al terzo anno – ceda tutti gli strumenti finanziari contenuti nel Pir (scontando le relative imposte), possa effettuare immediatamente un nuovo investimento di 90 mila euro anziché doverlo diluire in tre anni.