Imposte

Più trasparenza sul tax planning

di Giovanni Parente

Il contrasto alla pianificazione fiscale aggressiva è destinato ad arricchirsi di un ulteriore strumento operativo. Nella lotta agli schemi di pianificazione fiscali finalizzati all’elusione o all’evasione è scesa in campo anche la Commissione europea con una proposta di direttiva - la Com (2017) 335 - licenziata nel giugno scorso e che ora è oggetto di una consultazione pubblica sul sito del dipartimento delle Finanze italiano aperta fino al 18 gennaio 2018 (rivolta a quattro categorie di utenti: associazioni economiche-professionali, professionisti, centri di ricerca/università, privati cittadini).

Si punta a far uscire allo scoperto gli intermediari sia professionali che finanziari attraverso una cornice di regole che prevedono un obbligo di disclosure degli schemi di pianificazione adottati. Obbligo per il quale sono stabiliti anche degli esoneri nel caso in cui la normativa nazionale sottoponga l’intermediario al segreto nazionale o quest’ultimo risieda in un Paese terzo: in simili circostanze il dovere di notifica ricadrà direttamente sul contribuente interessato.

Un’iniziativa che nasce sulla scorta delle raccomandazioni del rapporto dell’Azione 12 all’interno del progetto Beps (ossia quello finalizzato al contrasto dell’erosione delle basi imponibili) messo a punto dell’Ocse. Un contesto all’interno del quale sono state analizzate le discipline relative alla trasparenza degli intermediari di diversi Paesi (Regno Unito, Stati Uniti, Irlanda, Corea, Portogallo, Sudafrica).

La proposta di direttiva va anche nella direzione di rafforzare il Crs (Common reporting standard) , vale a dire il meccanismo di comunicazione delle informazioni finanziarie tra le amministrazioni fiscali degli Stati, proprio nell’ottica di ostacolare tutte le operazioni che puntano ad aggirare le regole più stringenti in tema di trasparenza.

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