Pratiche di condono (quasi) chiuse fra scarso appeal iniziale e ritardi
Domani scadono i termini per la definizione delle liti pendenti e dei Pvc. Sicuramente le adesioni non mancheranno e, con ogni probabilità, almeno l’obiettivo di deflazionare il contenzioso pendente nei tre gradi di giudizio sarà raggiunto.
In via generale la definizione delle liti, nei casi di giudizi ancora pendenti in primo grado (pagamento del 90% o 100% a seconda della data di costituzione in giudizio) e di rinvio della Cassazione (90% delle maggiori imposte), non presentava molto appeal a differenza delle altre ipotesi.
Va da sé che percentuali inferiori avrebbero sicuramente ampliato la platea degli interessati. Ma, a prescindere da tali previsioni, chiunque in questi mesi sia stato interessato da una di queste definizioni si è reso conto che, con una maggiore collaborazione da parte dell’Agenzia, il successo sarebbe stato maggiore.
I dubbi più diffusi – derivanti ad esempio da autotutele e sgravi parziali in corso di giudizio, entità esatta dei versamenti a titolo provvisorio – necessitavano di un confronto con gli uffici ma non sempre hanno avuto soluzione. Si è verificato in alcuni casi che i funzionari hanno fornito le (necessarie) indicazioni per una corretta compilazione della domanda di definizione (che vale la pena di ricordare non ammette l’errore scusabile), mentre in altri hanno ignorato le richieste di confronto adducendo alcune volte anche l’esistenza di direttive interne in tal senso.
Non è noto se vi siano state realmente tali direttive o se invece il tutto sia stato causato dalla scarsa sensibilità di alcuni addetti, in ogni caso è evidente che un istituto così importante necessitasse di una maggiore attenzione da parte dell’amministrazione finanziaria.
Basti pensare che il fac simile della domanda di definizione è stato approvato quando già era trascorsa la metà del tempo disponibile per la presentazione delle istanze, e la prima circolare è stata diffusa a meno di due mesi dalla scadenza del 31 maggio.
La definizione dei Pvc è stata oggetto di (parziali) chiarimenti con una circolare del 9 aprile (anche in questo caso a meno di due mesi dalla scadenza).
Le condizioni economiche per tale definizione, obiettivamente non erano convenienti, il versamento di tutte le maggiori imposte pretese nel Pvc, senza alcun abbattimento, in molti casi è parso eccessivo, non fosse altro perché, nella prassi, i verbali contengono varie violazioni poi rettificate già in sede di accertamento o nel successivo contenzioso.
Occorre poi aggiungere che in presenza di errori oggettivi e/o di rilievi palesemente infondati, gli uffici avrebbero dovuto in qualche modo “annullarli” attraverso l’emissione di un avviso di accertamento per i Pvc ovvero con un’autotutela parziale per le liti già instaurate. Solo così la pretesa avrebbe tenuto conto solo dei rilievi fondati, consentendo al contribuente di aderire versando le maggiori imposte sulle sole contestazioni fondate e non anche su quelle oggettivamente non sostenibili.
Ebbene vari uffici, cui sono state rappresentate tali criticità, per le più svariate ragioni, non hanno voluto emettere accertamenti “correttivi” rispetto al Pvc o sgravi parziali, lasciando cosi al contribuente la possibilità di aderire al verbale o alla lite pagando anche le imposte sui rilievi palesemente infondati
In alcuni casi, i funzionari hanno manifestato la propria disponibilità di rivedere la pretesa e di eliminare i rilievi infondati solo ove fosse stata fatta l’adesione al Pvc ex Dlgs 218/97 (con il pagamento quindi delle sanzioni ridotte a un terzo e di tutti gli interessi) ovvero in conciliazione, rappresentando che si trattava di abbattimenti discrezionali. L’eventuale definizione avrebbe dovuto così considerare tutte le contestazioni e l’intera pretesa. Anche in questo caso non è noto se simili atteggiamenti derivino da precise direttive, ovvero da singole (ma ripetute) iniziative degli interessati, resta il fatto che in entrambe le ipotesi, ove gli uffici fossero stati più collaborativi con ogni probabilità l’istituto avrebbe avuto un maggiore successo e l’erario incassato maggiori entrate.