Precompilata, manca il software per le rette degli asili: dati inseriti a mano
Caos asili sulla precompilata. A cinque giorni dalla scadenza - i dati vanno comunicati per la prima volta entro il 28 febbraio - i professionisti che gestiscono la contabilità degli asili si trovano una brutta gatta da pelare, almeno stando alla denuncia diffusa ieri dall’Adc (Associazione dei dottori commercialisti).
Da quest’anno, infatti, le rette del nido vanno nella precompilata, una new entry insieme alle erogazioni liberali (in questo caso, però, la comunicazione è volontaria e non obbligatoria).
Gli asili nido, nella maggioranza dei casi, non hanno un gestionale e tengono la contabilità su carta; la questione cade quindi sul tavolo di chi gli segue la contabilità, e quindi i commercialisti. Per “trasmigrare” al software messo a disposizione dalle Entrate le informazioni relative alle rette (che hanno cadenza mensile o trimestrale) non esiste un programma ad hoc e bisognerà procedere alla vecchia maniera con l’inserimento manuale dei dati .
Il problema sta emergendo in questi giorni, perché inizialmente i commercialisti che gestiscono la contabilità degli asili dopo la pubblicazione delle specifiche tecniche da parte delle Entrate - il 9 febbraio - hanno chiesto alle case software di predisporre un prodotto adatto allo scopo e non si aspettavano che la risposta sarebbe stata «troppo tardi, non lo possiamo fare».
Da Assosoftware, però, fanno notare che sarebbe bastato allertare le software house con due/tre mesi di anticipo per permettere loro di predisporre dei programmi, anche in assenza delle specifiche.
Attraverso un comunicato stampa, l’Adc, invece, parla di una vera e propria «chiamata alle armi» parlando delle voci da comunicare per consentire la precompilata e di un disagio che «ha raggiunto livelli non tollerabili». E denuncia che «il disguido resta a carico dei cittadini e dei professionisti che, come sempre, saranno gli unici a rispondere alla “chiamata alle armi” perché sono gli unici che non si tirano mai indietro».
Tuttavia dalle Entrate ricordano che ritardi o comunicazioni incomplete per il primo anno di invio di nuovi dati non saranno sanzionati in base al comma 5-ter del Dlgs 175/2014 introdotto con la legge di Stabilità 2016 .