Professione

Revisori legali, partita ancora aperta

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di Federica Micardi

La partita sulla revisione legale continua. Gli emendamenti al Dl milleproroghe che reintroducono l'equipollenza tra esame di Stato per dottori commercialisti e quello per i revisori ieri sono stati ritirati durante il voto sul testo della Commissione Affari costituzionali del Senato per essere ripresentati oggi in aula.
«C'è un parere fortemente negativo da parte del ministero della Giustizia – racconto il sottosegretario ai rapporti con il Parlamento Sabrina De Camillis – e la Commissione Ue per il mercato interno e i servizi ci ha fornito una nota in cui spiega quali sono le materie che mancano all'esame di Stato per diventare dottore commercialista e che sono obbligatorie per i revisori; posizioni che non possiamo ignorare».
In particolare mancano: i principi contabili internazionali; i principi di revisione internazionale; la revisione contabile; la gestione del rischio; gli obblighi giuridici e le norme sulla revisione.
Date queste premesse gli emendamenti che saranno ripresentati oggi , per avere qualche chance di successo, dovrebbero contenere la previsione di un esame integrativo alla fine dei 36 mesi di tirocinio che comprenda le materie "mancanti". Sulla questione equipollenza si è anche espresso il Direttore della Commissione Ue per il mercato interno e i servizi Ugo Bassi, ieri presente all'incontro organizzato dall'Inri, l'Istituto nazionale revisori legali guidato da Virgilio Baresi.
«La direttiva Ue 43/2006 è chiara – afferma Bassi – all'articolo 8.1 vengono elencate le materie base della revisione e non tutte queste materie sono presenti nell'esame di stato dei dottori commercialisti. Solo per questo – spiega Bassi – l'equipollenza non si può riconoscere, e se mai una norma nazionale dovesse dire qualcosa di diverso scatterebbe l'iter per aprire una procedura d'infrazione che può sia partire d'ufficio che a seguito di una segnalazione.
Secondo Ugo Bassi questa querelle avviene solo in Italia: «Negli altri Paesi la revisione è vista come una professione, c'è una direttiva che la regolamenta, e per svolgerla è necessario avere specifici requisiti».
Novità sulla revisione dovrebbero arrivare dall'Europa: «È pronta una riforma epocale sulla revsione legale nella Ue – fa sapere Bassi – che introduce per esempio l'obbligo di rotazione, dovrà essere votata a marzo dal Parlamento in seduta plenaria; per l'Italia però non cambierà molto visto che con il Dlgs 39/2010 le riforme sono state già fatte».

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