Controlli e liti

Riforma della giustizia tributaria: sezione specializzata in Cassazione e organo di autogoverno rafforzato per i giudici

Ctp e Ctr sostituite dalle Corte di giustizia di primo e secondo grado

La giurisdizione fiscale si rinnova. Le commissioni provinciali e regionali vanno in archivio: arrivano le Corti di giustizia tributaria di primo e secondo grado. Poi c’è un nuovo organo di autogoverno, con autonomia contabile e disciplinare-ispettivo e, per la legittimità, la sezione «specializzata» della Cassazione, composta da magistrati ordinari con «specifica competenza» nella materia fiscale.

Gli emendamenti al Ddl, sdoganati dalle commissioni congiunte Finanze e Giustizia presiedute da Luciano D’Alfonso (Pd) e Andrea Ostellari (Lega), hanno ricevuto il voto favorevole del Senato e sono pronti all’esame della Camera, previsto per il 9 agosto. Si prova a far uscire dall’impasse degli ultimi anni una giurisdizione finita nell’occhio del ciclone, per le critiche piovute dal mondo dal mondo politico e delle professioni.

Il nuovo Cpgt

Il punto di partenza è il nuovo Consiglio di presidenza della giustizia tributaria, l’organo di autogoverno. Tra i nove consiglieri è prevista una componente togata di almeno un magistrato tributario proveniente dalla magistratura ordinaria, uno da quella amministrativa, uno da quella contabile e uno da quella militare, collocati fuori ruolo. A ciò si aggiunta l’autonomia patrimoniale, attraverso cui il nuovo Cpgt potrà stabilire indennità e bonus per il proprio personale amministrativo. All’organo di autogoverno è demandato soprattutto un potere ispettivo, con un Ufficio ad hoc «autonomo» che potrà avviare verifiche col «supporto» della Direzione tributaria del ministero dell’Economia. Con proprio regolamento, inoltre, il Cpgt dovrà provvedere e garantire la formazione continua e l’aggiornamento dei magistrati, oltre a gestire l’Ufficio del Massimario.

Pensionamento

Uno dei temi che ha sollevato numerose polemiche ha riguardato l’età pensionabile per i giudici, tasto dolente soprattutto per gli attuali “onorari” prossimi alla quiescenza. L’originale Ddl governativo aveva già riformulato la messa a riposo, portandola dai 75 anni (prevista dalla normativa del 1992) ai 70 anni, come per la giurisdizione ordinaria. Una revisione che, tuttavia, avrebbe provocato un taglio netto degli attuali 2.636 “onorari” di ben 700 unità nel solo primo anno della riforma. Troppo elevato il rischio di mettere in crisi il funzionamento della macchina giudicante, anche considerate le difficoltà oggettive nella fase di avviamento della nuova giurisdizione. Le commissioni congiunte hanno rielaborato la norma, con un emendamento che consente di spalmare le uscite: 74 anni 2023, 73 nel 2024, 72 nel 2025 e 71 nel 2026. Dal 2027 il paramento sarà di 70 anni.

La sezione “specializzata”

Uno dei passaggi più delicati ha riguardato l’istituzione di una sezione “specializzata” nella Cassazione. L’intenzione iniziale di creare una sezione “speciale” ha messo in allarme la Giustizia, in quanto avrebbe aperto le porte a un futuro ingresso in Corte di giudici speciali, cosa peraltro non prevista dalla normativa. L’interlocuzione è stata serrata. La nuova formulazione ha messo sostanzialmente tutti d’accordo, con la creazione di una «sezione civile incaricata esclusivamente della trattazione delle controversie in materia tributaria» con magistrati ordinari. Il «Primo presidente – è scritto nell’emendamento – adotta provvedimenti organizzativi adeguati al fine di stabilizzare gli orientamenti di legittimità e di agevolare la rapida definizione dei procedimenti pendenti (…) in materia tributaria, favorendo l’acquisizione di una specifica competenza da parte di magistrati assegnati alla sezione». A norma varata, spetterà al Consiglio superiore della magistratura di indicare magistrati ordinari che possano acquisire questa «specifica competenza» tributaria.

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