I temi di NT+Le massime di Cassazione

Ritardata fatturazione, plusvalenza da cessione terreno, accertamento integrativo

immagine non disponibile

di Luca Benigni e Ferruccio Bogetti

Esenzione Ici solo se il nucleo familiare abita nella stessa dimora

Il contribuente, dimorante in un immobile del quale è anche proprietario o titolare di altro diritto reale, non ha diritto all'esenzione Ici per l'abitazione principale se il predetto immobile non costituisce anche dimora abituale dei suoi familiari. Ciò perché, anche se i coniugi non separati legalmente hanno stabilito la propria residenza anagrafica in differenti immobili, il nucleo familiare, inteso come unità distinta ed autonoma rispetto ai suoi singoli componenti, resta unico e ciò vale anche per l'abitazione principale ad esso riferibile.

Cassazione, ordinanza 16001/2021

Uso promiscuo per gli immobili sociali distinti tra sede legale e sede operativa

Ai fini della determinazione del reddito d'impresa gli immobili, presso i quali la medesima società stabilisce in uno la sede dell'attività e nell'altro l'unità locale operativa, sono da considerarsi utilizzati entrambi ad uso promiscuo e quindi le spese di ristrutturazione ad essi riferite sono complessivamente ammortizzabili in ragione del cinquanta per cento soltanto. Questo in quanto il principio di inerenza dei costi deducibili si ricava dalla nozione stessa di reddito d'impresa ed esprime una correlazione tra i costi sostenuti e l'attività d'impresa in concreto esercitata, che prescindendo da valutazioni di tipo utilitaristico e/o quantitativo, si traduce in un giudizio di carattere qualitativo.

Cassazione, ordinanza 16020/2021

No al ruolo per il credito Iva maturato ma non dichiarato se il contribuente ne prova l’esistenza

Il credito Iva, maturato in un'annualità per cui la dichiarazione è stata omessa ma che è stato esposto nella dichiarazione oggetto di liquidazione automatizzata, può essere recuperato dall'Amministrazione solo se il contribuente non è in grado di provare la sua effettiva esistenza in giudizio mediante produzione di idonea documentazione. Il contribuente deve essere infatti sempre messo nella condizione in cui si sarebbe trovato se avesse presentato correttamente la dichiarazione Iva, perché il suo diritto alla detrazione nasce dalla legge e non dal compiuto assolvimento dell'obbligo dichiarativo.

Cassazione, ordinanza 16141/2021

Documentazione acquisita con accesso istantaneo, l’accertamento aspetta sessanta giorni

L’accesso istantaneo presso la sede dove il contribuente svolge la propria attività, finalizzato alla sola acquisizione della documentazione non spontaneamente consegnata, rende comunque applicabile il termine dilatorio di sessanta giorni. Trattasi del termine che consente al contribuente di comunicare osservazioni e richieste che l'Amministrazione deve valutare prima di emettere l'atto impositivo. Ciò perché l'Amministrazione deve redigere il processo verbale (di acquisizione dei documenti) anche nel caso in cui l'accesso istantaneo non abbia avuto come fine immediato quello di constatare possibili violazioni alle leggi tributarie.

Cassazione, ordinanza 16208/2021

Violazione formale per la ritardata fatturazione Iva se non ci sono danni erariali

La violazione, consistente nella ritardata fatturazione ai fini Iva, integra una violazione formale e non anche sostanziale del quarto comma dell'articolo 21 del Dpr 633 del 1972. In tal caso la condotta, pur potenzialmente lesiva per l'esercizio delle azioni di controllo, non deve aver arrecato alcun pregiudizio nella determinazione della base imponibile, dell'imposta o sul versamento del tributo. In caso però di pluralità di violazioni, si applica il principio nella continuazione nell'irrogazione delle sanzioni.

Cassazione, sentenza 16450/2021

Non è accertamento integrativo quello sostituito con l'autotutela

La sostituzione in autotutela dell'accertamento è nozione diversa dall'accertamento integrativo. La sostituzione in autotutela dell'accertamento già emesso, che presuppone l'invalidità del precedente atto impositivo, può anche essere utilizzata dall'Amministrazione per variare la modalità accertativa. Per contro, l'accertamento integrativo, che presuppone la sopravvenuta conoscenza di nuovi fatti di evasione, non determina alcuna invalidità del precedente atto impositivo, il quale, a seguito del riscontro di fatti ed elementi autonomi da quelli accertati in precedenza, viene semplicemente integrato.

Cassazione, ordinanza 16455/2021

Cessione terreno a più soggetti in breve tempo, plusvalenza tassabile sul primo venditore

Laddove ci siano plurime cessioni successive del terreno edificabile, svoltesi nel ridotto arco temporale di due giorni e con realizzo progressivo della plusvalenza in capo a ciascun cedente, l'Amministrazione non viola il principio della doppia imposizione se ridetermina l'ammontare della plusvalenza sulla base del valore di mercato e la assoggetta a tassazione unicamente nei confronti del primo cedente. Questo in quanto il divieto di doppia imposizione si riferisce unicamente alla reiterata applicazione della medesima imposta in dipendenza dello stesso presupposto e non anche al caso di duplicità meramente economica di prelievo sullo stesso reddito, dove diversi sono i soggetti passivi e/o i requisiti posti a base delle diverse successive imposizioni.

Cassazione, ordinanza 16524/2021