Controlli e liti

Sei tipologie di istanza a tutela del contribuente

di Antonio Iorio e Laura Ambrosi

La normativa sugli interpelli è stata integralmente modificata e a decorrere dal 2016 ci sono sei tipologie di istanze utilizzabili dal contribuente.

Interpello ordinario

È previsto dall’articolo 11 comma 1 dello Statuto del contribuente e consente di chiedere un parere sull’applicazione di disposizioni tributarie di incerta interpretazione su casi concreti e personali e non astratti. Il concetto di “incertezza” è ravvisabile quando manca un’interpretazione ufficiale dell’amministrazione finanziaria, in presenza di previsioni normative equivoche, tali da ammettere interpretazioni diverse e da non consentire l’individuazione certa di un significato della norma. Se l’Agenzia non si pronuncia, si forma il silenzio assenso sulla soluzione indicata dal contribuente; mentre l’eventuale parere espresso non vincola l’istante, che può decidere di non uniformarsi.

Interpello probatorio

È una nuova categoria che consente al contribuente di chiedere un parere sulla sussistenza delle condizioni o sull’idoneità degli elementi di prova chiesti dalla legge per accedere a determinati regimi fiscali nei casi previsti. Ne sono un esempio le istanze presentate dalle società “non operative” (articolo 30 della legge 724 del 1994) o per le Cfc, attraverso le quali il soggetto dimostra la sussistenza dei presupposti per disapplicare la norma.

Interpello anti-abuso

È un’istanza finalizzata ad ottenere un parere sull’applicazione della nuova disciplina dell’abuso del diritto ad una fattispecie specifica. A differenza della vecchia disciplina antielusiva, applicabile solo in materia di imposte sui redditi, la nuova disposizione concerne ogni settore impositivo, con la conseguenza che le istanze di interpello, potendo riguardare ogni profilo, dovranno correttamente indicare il settore o i settori impositivi in relazione ai quali si pone il dubbio.

Interpello disapplicativo

Serve ad ottenere un parere sulla disapplicazione di una norma antielusiva la cui applicazione limita deduzioni, detrazioni, crediti d’imposta ecc. Il contribuente deve provare che nella propria situazione non si realizzano gli effetti elusivi tutelati dalla norma. È l’unica categoria di interpello obbligatorio.

Interpello nuovi investimenti

Consente a investitori italiani o stranieri di chiedere un parere sul trattamento tributario applicabile a investimenti di valore non inferiore a 30 milioni di euro e con rilevanti e durature ricadute occupazionali effettuati nel territorio dello Stato.

La consulenza giuridica

Diversamente dall’interpello finalizzato alla soluzione di casi concreti e personali, la consulenza giuridica si occupa dell’individuazione del corretto trattamento fiscale di fattispecie riferite a problematiche di carattere generale. Può essere però richiesta solo da uffici dell’amministrazione finanziaria; associazioni sindacali e di categoria e ordini professionali; amministrazioni dello Stato, enti pubblici, enti pubblici territoriali e assimilati e altri enti istituzionali operanti con finalità di interesse pubblico.

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