I temi di NT+Le massime di Cassazione

Società di comodo, pro-rata Iva, cessione d’azienda

di Luca Benigni e Ferruccio Bogetti

Cessione aziendale con attitudine oggettiva anche non attuale all’impiego del complesso dei beni

Ai fini dell’assoggettamento ad imposta di registro, la sanzione in chiave antielusiva dell’uso distorto degli strumenti negoziali per conseguire l’indebito risparmio fiscale non può essere irrogata dall’Amministrazione previa semplice riqualificazione dell’atto di cessione dell’azienda in cessione dei singoli beni. Affinché il complesso di beni oggetto di cessione integri l’azienda, infatti, non è necessario il suo utilizzo attuale al momento della stipula dell’atto negoziale sottoposto a registrazione, ma è sufficiente la sua attitudine oggettiva all’impiego in una determinata attività economica, anche insieme agli altri beni già nella titolarità del soggetto cessionario.

Cassazione, ordinanza 19866/2021

In Cassazione la violazione si precisa in funzione della nullità della sentenza e del procedimento

È inammissibile il ricorso per cassazione nel quale si enuncia puramente e semplicemente la violazione o falsa applicazione di norme di diritto ai sensi dell’articolo 112 del codice di rito, ovvero la sola argomentazione riguardante la violazione del principio di corrispondenza tra chiesto e pronunciato. Al fine di non incorrere nell’inammissibilità della violazione o falsa applicazione dedotta nel ricorso per cassazione, occorre sempre precisare le conseguenze che l’errore sulla legge processuale comporta con riferimento alla nullità della sentenza e/o del procedimento.

Cassazione, ordinanza 19898/2021

Non è silenzio assenso l’omessa risposta all’interpello disapplicativo sulle società di comodo

Il mancato rispetto del termine di novanta giorni, per rispondere all’interpello disapplicativo in tema di società di comodo, non comporta la formazione del silenzio assenso e la conseguente preclusione per l’Amministrazione alla successiva formazione e notifica dell’accertamento. In primo luogo, a differenza dell’interpello ordinario, la mancata risposta dell’Amministrazione nel termine previsto non costituisce ipotesi di silenzio assenso. In secondo luogo, alla fattispecie non risulta neppure applicabile il silenzio assenso riferibile ai procedimenti ad istanza di parte per il rilascio di provvedimenti amministrativi ampliativi a carattere autorizzativo o abilitativo.

Cassazione, ordinanza 20011/2021

Un solo fornitore con acquisti inferiori all’1% dei ricavi non basta per l’induttivo alla società fallita

L’Amministrazione non può rideterminare induttivamente il reddito della società fallita sulla base della condotta, penalmente rilevante, del comportamento dell’amministratore, solo perché questi aveva annotato in contabilità e riportato in dichiarazione costi soggettivamente inesistenti. Infatti non si può desumere l’inattendibilità dell’intera contabilità se le operazioni soggettivamente inesistenti riguardino un solo fornitore e rappresentino una percentuale inferiore all’un per cento dell’importo complessivo dei ricavi dichiarati.

Cassazione, ordinanza 20149/2021

Ipocatastale proporzionale per gli immobili italiani conferiti in una società lussemburghese a liberazione di azioni emesse

Deve comunque avvenire nel rispetto della direttiva 2008/7/Ce l’assoggettamento ad imposta ipo-catastale in misura proporzionale per il conferimento di diritti reali su immobili siti in Italia a favore di una società di capitali con sede in Lussemburgo a liberazione delle azioni emesse da quest’ultima per l’aumento di capitale. Da una parte l’articolo 5 della direttiva 2008/7/Ce non prevede che sia generalmente possibile assoggettare le società di capitali ad imposte indirette per i conferimenti di capitale, dall’altra l’articolo 6 consente a ciascuno Stato membro, in caso di conferimento di beni immobili o aziende commerciali situati nel suo territorio, di riscuotere le suddette imposte, a condizione che non risultino superiori a quelle applicabili in operazioni similari effettuate nei confronti di soggetti privati o enti non commerciali.

Cassazione, ordinanza 20356/2021

L’Iva indetraibile per effetto del pro-rata è deducibile dal reddito d’impresa per cassa nell’anno del pagamento

L’Iva indetraibile per effetto del pro-rata generale di cui al quinto comma dell’articolo 19 del Dpr 633 del 1972 è sempre deducibile per cassa nell’anno del pagamento quale componente negativo del reddito d’impresa, perché l’imposta non ammessa in detrazione rappresenta un costo collegato ad operazioni che generano un ricavo.

Cassazione, sentenza 20435/2021

L’eredità del padre può giustificare l’acquisto dell’immobile sette anni dopo

È illegittimo il reddito sintetico rideterminato per l’anno d’imposta 2005 nei confronti della contribuente che, da una parte, non è nell’anno accertato in possesso di reddito proprio in quanto disoccupata e, dall’altra ha acquistato nel 2009 un immobile attraverso risorse finanziarie provenienti dall’eredità del padre deceduto nel 2002. Nel rispetto del principio della capacità contributiva, infatti, il risultato del redditometro può essere disatteso ai fini accertativi se sono stati contestati aritmeticamente i conteggi effettuati dall’Amministrazione per il reperimento della provvista che ha consentito il sostenimento delle spese.

Cassazione, ordinanza 20681/2021