Controlli e liti

Società estinte, il Fisco può agire contro gli ex soci

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di Laura Ambrosi

L’estinzione della società non fa venir meno la legittimazione passiva dei soci in giudizio, anche se la pretesa del fisco resta comunque vincolata a quanto percepito nel riparto dell’attivo di liquidazione. Il Fisco, infatti, potrebbe avere comunque interesse a vedersi riconoscere un credito nei confronti dei soci ove siano percepite somme per sopravvenute ragioni non risultanti dal bilancio. A fornire questa interpretazione è la Corte di cassazione con la sentenza 9094 depositata ieri .

Ma riprecorriamo i fatti. L’Agenzia accertava induttivamente una società per aver omesso di presentare le dichiarazioni per diversi periodi d’imposta. I giudici di merito di entrambi i gradi annullavano i provvedimenti nel presupposto che la società aveva adeguatamente giustificato la sussistenza di costi e quindi le imposte versate risultavano sufficienti. L’Agenzia ricorreva così in Cassazione nei confronti sia della società - nel frattempo cancellata dal Registro imprese – sia dei soci e del liquidatore.

A fronte della richiesta di inammissibilità del ricorso, rilevata dai soci nei propri confronti, la Corte ha innanzitutto verificato la legittimazione passiva delle parti coinvolte. L’impugnazione contro la società è stata dichiarata inammissibile per la cancellazione dal Registro imprese. È stata poi ritenuta infondata nei confronti del liquidatore per carenza di legittimazione passiva, poiché non era motivata la sussistenza della responsabilità del medesimo (articolo 2495 del Codice civile e articolo 36 del Dpr 602/73).

Circa la posizione dei soci, secondo i giudici di legittimità, la cancellazione era avvenuta in epoca successiva alla sentenza di appello, ma precedentemente alla proposizione del ricorso in Cassazione. I soci, a propria difesa, avevano documentato con visura camerale e bilancio finale di liquidazione, di non aver percepito alcuna somma per mancanza di attivo. Tuttavia, questa circostanza – secondo la sentenza – non incide sulla legittimazione, poiché non si tratta di una condizione da cui dipende la possibilità di proseguire nei loro confronti l’azione originariamente intrapresa dal creditore sociale verso la società.

La Corte ha così ritenuto di non condividere quanto affermato con altra pronuncia (n. 2444/2017) secondo cui gli ex soci subentrano dal lato passivo nel rapporto d’imposta solo se e nei limiti di quanto riscosso a seguito della liquidazione. Queste conclusioni sono state ritenute non conformi a quanto affermato a suo tempo dalle Sezioni unite, che individuavano nei soci i soggetti destinati a succedere nei rapporti debitori già facenti capo alla società cancellata, ma non definiti all’esito della liquidazione.

In sostanza la Corte sembra distinguere l’interesse del fisco ad agire nei confronti dei soci e quindi la loro legittimazione passiva, dalla possibilità che i debiti della società si trasferiscano nei confronti dei soci. La somma incassata in sede di liquidazione rappresenta il limite entro cui il fisco può rivalersi verso i soci ma non l’interesse ad agire nei loro confronti in quanto potrebbero potenzialmente emergere beni e diritti non contemplati nel bilancio che non escludono l’interesse dell’amministrazione a procurarsi un titolo nei loro confronti. Da segnalare, da ultimo, che, secondo la sentenza, le sanzioni nei confronti della società estinta non sono trasmissibili ai soci.

Agenzia delle Entrate, provvedimento 69483/2017

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