Spese di lite, Tari, rettifica delle rimanenze
La dichiarazione integrativa manifesta la volontà di correggere l’errore
Secondo il giudice tributario la presentazione della dichiarazione integrativa, successivamente al termine di quella relativa al periodo d’imposta successivo, non inficia la sussistenza della manifestazione di volontà del contribuente/ricorrente di correggere l’errore commesso nella dichiarazione originariamente presentata, perché oggetto del contenzioso tributario è sempre l’accertamento della legittimità della pretesa impositiva, ancorché basata sui dati forniti dal contribuente.
• Cassazione, ordinanza 16658/2021
Tassazione «a lordo» dei redditi di capitale da attività finanziarie all’estero
La tassazione dei redditi di capitale di fonte estera, relativi alla detenzione di investimenti all’estero ovvero di attività estere di natura finanziaria, deve sempre avvenire «a lordo», cioè senza alcuna possibilità di dedurre le spese sostenute per la loro produzione. Ciò perché la produzione del reddito di capitale prescinde dallo svolgimento di attività da parte del contribuente, essendo la conseguenza naturale ed automatica della fruttuosità del capitale.
• Cassazione, ordinanza 16701/2021
Il soggetto fallito può ricorrere in proprio se gli organi fallimentari sono inerti
Gli avvisi di accertamento e le iscrizioni a ruolo, anche se riferiti a crediti vantati dall’Amministrazione i cui presupposti si sono verificati prima della dichiarazione di fallimento, devono sempre essere notificati sia al curatore, in ragione della loro partecipazione al concorso fallimentare, sia al contribuente fallito. Questo in quanto in materia tributaria il contribuente fallito non è mai privato della qualità di soggetto passivo del rapporto tributario e restando esposto alla definitività degli atti tributari è comunque abilitato, in caso di inerzia degli organi fallimentari, ad invocare tutela.
• Cassazione, sentenza 16958/2021
Rimanenze, nessun obbligo per l’amministrazione di rettifica per l’anno precedente
L’Amministrazione non è obbligata a rettificare le rimanenze al periodo d’imposta precedente rispetto a quello oggetto di verifica nel quale le rimanenze iniziali sono state rettificate, perché, in base al principio di continuità, l’Amministrazione, in caso di rettifica del valore delle rimanenze iniziali, è solo obbligata a riliquidare la dichiarazione dei redditi relativa all’anno successivo e non anche, in caso di rettifica delle rimanenze iniziali, a porre le medesime a base della valutazione di quelle dell’anno precedente.
• Cassazione, ordinanza 17312/2021
Spese di giudizio per il difensore che difende l’ex legale rappresentante della società estinta
Il difensore, che autentica la procura speciale a lui conferita dall’ex legale rappresentante della società estinta e pertanto non più legittimato a stare in giudizio, è tenuto alla refusione delle spese processuali in aggiunta a quelle a cui viene condannato il suo assistito. Questo in quanto, se in capo al difensore si ravvisa la consapevolezza della carenza di legittimazione dell’ex legale rappresentante che gli ha conferito il mandato, la conseguente inammissibile attività processuale è sempre a lui riferibile.
• Cassazione, sentenza 17359/2021
L’accatastamento in A/7 non basta da solo per qualificare l’immobile di lusso
L’Amministrazione non può contestare i criteri ed i calcoli utilizzati dal contribuente nella perizia di parte prodotta durante il giudizio di opposizione all’avviso di liquidazione della maggiore imposta di registro dovuta in seguito alla revoca delle agevolazioni prima casa con riferimento all’immobile di lusso di sua proprietà. Infatti la condizione di immobile di lusso deve sempre essere verificata nella pratica attraverso l’esplicitazione di tutti i parametri che soddisfano tale condizione, non essendo sufficiente la mera iscrizione dell’immobile nella categoria catastale A/7.
• Cassazione, ordinanza 17521/2021
L’aumento del capitale sociale della società-socia priva di fondi non consente la rettifica sintetica del reddito dell’amministratore
L’importo dell’aumento di capitale deliberato dalla società partecipata non è accertabile automaticamente quale reddito sintetico dell’amministratore della società-socia che lo ha sottoscritto e versato anche se essa, al momento del versamento, era priva di adeguati capitali in grado di giustificarlo. L’accertamento sintetico, in capo alla persona fisica che in qualità di amministratore può avere contribuito, deve, infatti, sempre avvalersi di un procedimento logico, da non condursi per mere supposizioni, nel rispetto dei rigorosi principi giuridici preposti al governo delle prove presuntive. Pertanto l’assenza di disponibilità finanziarie della società che partecipa all’aumento di capitale non può far presumere l’imputazione dello stesso importo quale reddito sintetico della persona fisica che in qualità di amministratore potrebbe avere contribuito.
• Cassazione, ordinanza 17593/2021
Paga la Tari il concessionario delle aree comunali destinate a parcheggio se le gestisce e detiene
Per assoggettare a Tari le aree destinate a parcheggio occorre verificare le clausole del contratto in essere tra il proprietario dell’area, ovvero tra il Comune e il concessionario del servizio di parcheggio. Infatti, se oltre alla gestione gli è stata pure affidata la detenzione e/o la custodia di tutta o parte delle aree destinate a parcheggio, il concessionario del servizio di parcheggio è soggetto obbligato in quanto si è realizzato il presupposto impositivo costituito dalla detenzione o occupazione di una res in grado di produrre rifiuti.
• Cassazione, ordinanza 17617/2021