La categoria generale delle spese di manutenzione comprende specie di costo estremamente diverse fra loro, con conseguente diverso trattamento contabile e diversa appostazione a bilancio:
a) le spese di manutenzione ordinaria, finalizzate a mantenere in efficienza le immobilizzazioni nonché quelle di riparazione, sostenute per riparare guasti e rotture non prevedibili, sono costi di esercizio, da spesare in Conto economico,
b) le spese di manutenzione straordinaria, volte ad incrementare la vita utile o la produttività delle immobilizzazione hanno natura pluriennale da iscrivere a diretto incremento del bene, se di proprietà e fra le migliori su beni di terzi negli altri casi.
Diventa quindi critico per il redattore di bilancio distinguere la natura della spesa di manutenzione, per poi contabilizzarla correttamente in base ai principi di competenza e prudenza.
Dal punto di vista fiscale, l'articolo 102, comma 6, Tuir prevede un'importante semplificazione in quanto consente la deduzione nell'esercizio delle spese di manutenzione senza distinguere fra ordinarie e straordinarie, a condizione che non superino complessivamente un determinato limite percentuale del valore totale delle immobilizzazioni ad inizio esercizio (generalmente 5%). L'importo eccedente va rateizzato in cinque anni.
Spese di manutenzione disciplina civilistica
Ai fini civilistici, il principio contabile Oic 16, inerente le immobilizzazioni materiali, delinea la distinzione fra manutenzioni ordinarie e straordinarie, come segue:
- manutenzioni ordinarie: sono spese di manutenzione e riparazione di natura ricorrente, (ad esempio, pulizia, verniciatura, riparazione, sostituzione di parti deteriorate dall'uso...