Professione

Stp, Cassa dottori commercialisti elimina il doppio integrativo

Neutralizzato il contributo applicato dal socio alla Stp che fattura a un altro cliente

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di Federica Micardi

Cassa commercialisti cerca di risolvere il problema del doppio contributo integrativo per gli iscritti soci di Stp (società tra professionisti).

Ieri l’ente ha infatti approvato una delibera che modifica l’articolo 9 del Regolamento, che riguarda proprio il contributo applicato dal professionista su tutti i corrispettivi che rientrano nel volume d’affari Iva , che per la Cassa dei dottori commercialisti è del 4%, e che va riversato all’ente a prescindere dall’effettivo incasso.

Il Cda della Cnpadc ha deliberato ieri che «il contributo integrativo riferito ai corrispettivi per prestazioni rese dal dottore commercialista alla Stp di cui è socio deve essere detratto dall’ammontare complessivamente dovuto per il medesimo anno; fanno eccezione i corrispettivi ricevuti dalla Stp per prestazioni di cui la stessa è cliente finale».

In pratica oggi se la Stp eroga un servizio di consulenza al cliente Alfa e affida il compito al socio Tizio, la Stp fattura 100 più 4 di integrativo al cliente Alfa, e a sua volta il professionista Tizio fattura 100 più 4 di integrativo alla Stp. La Stp riversa poi sui soci, in proporzione, l’integrativo che questi dovranno versare alla Cassa; se la Stp ha un solo socio (Tizio, nel nostro esempio) questo si trova a versare sia l’integrativo della fattura che ha emesso alla Stp sia quello della fattura emessa dalla Stp al cliente. La delibera prevede che il professionista nel calcolare l’integrativo dovuto possa sottrarre dal totale integrativo, quello che risulta dalle fatture che lui ha emesso verso la Stp.

«Il problema è molto sentito dai colleghi - racconta Anedda - e una delibera simile venne presentata nella precedente consiliatura ma bocciata dai ministeri vigilanti; per scongiurare questo rischio - prosegue Anedda- in questi mesi ci siamo confrontati con Lavoro ed Economia per superare le precedenti criticità».

Il problema potrebbe essere legato ad una riduzione dell’integrativo percepito dalla Cassa, un pericolo marginale secondo Anedda: «Chi lavora in forma aggregata aumenta il volume d’affari, un eventuale calo del contributo all’ente sarebbe compensato nel tempo grazie alle aggregazioni».

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