Imposte

Sulle criptovalute il Governo prende tempo: slitta al 30 settembre l’imposta sostitutiva

Comunicato dal Mef lo spostamento di tre mesi della scadenza di fine giugno

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di Marco Mobili e Giovanni Parente

Sulle criptovalute il Governo prende più tempo. In attesa di completare il quadro delle regole introdotte per la tassazione con l’ultima legge di Bilancio, si prospetta una ridefinizione del calendario. L’ufficialità per il momento riguarda la possibilità di rivalutazione con l’imposta sostitutiva del 14% (evitando così la più onerosa tassazione del 26%). I termini sarebbero scaduti il 30 giugno. Così il ministero dell’Economia ha giocato d’anticipo con la tecnica ormai consolidata nel tempo del “comunicato legge” e ha reso noto che la scadenza sarà prorogata al 30 settembre (il termine cadrà di sabato e, quindi, slitterà automaticamente a lunedì 2 ottobre).

La possibilità di rideterminare il valore di ciascuna criptoattività detenuta al 1° gennaio 2023 è stato previsto dall’ultima manovra. In particolare, la scelta di Governo e Parlamento è stata quella di chiedere il pagamento di un’imposta sostitutiva al 14 per cento: il versamento avrebbe potuto essere in un’unica soluzione o in tre rate, anche in questo caso con quella iniziale entro il 30 giugno. Ma il quadro ancora non ben definito e la necessità di concedere più tempo agli operatori ha indotto l’Esecutivo a decidere già per una proroga a dopo l’estate. Lo spostamento in avanti di tre mesi dovrebbe trovare il suo supporto giuridico con un emendamento al cosiddetto Omnibus (Dl 51/2023), così come per la proroga dei versamenti delle partite Iva.

Ma sulle criptovalute non è l’unico fronte aperto. Resta ancora al palo, infatti, una delle dodici sanatorie della tregua fiscale introdotta con la manovra 2023. Non è stato, infatti, ancora emanato il provvedimento attuativo che consente di far “emergere” le criptoattività non dichiarate fino al periodo d’imposta 2021. Provvedimento che deve disciplinare le modalità di presentazione della richiesta di sanatoria alle Entrate e di versamento dell’importo dovuto per farla andare a buon fine: lo 0,5% per ciascun anno sul valore delle attività non dichiarate se non hanno prodotto alcun reddito; il 3,5% del valore delle cripto-attività detenute al termine di ogni anno o al momento del realizzo. Al provvedimento in questione spetta anche definire quale sia il calendario di tutta l’operazione, visto che sul punto la manovra ha rinviato proprio all’attuazione.

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