Imposte

Superammortamento, verso la riduzione al 130% e stretta sui veicoli

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di Carmine Fotina e Marco Mobili

Il governo stringe sul pacchetto crescita della manovra. Ieri dalle ultime riunioni, sia a livello tecnico che politico, è emerso un quadro quasi definitivo sulle misure che saranno distribuite tra il decreto legge fiscale collegato e il disegno di legge bilancio.

Il decreto potrebbe essere varato già domani mattina e conterrebbe tra l’altro il rifinanziamento del Fondo di garanzia per le Pmi (si veda l’articolo accanto), il Ddl sarebbe invece in calendario per il Consiglio dei ministri di lunedì, salvo un eventuale anticipo a domenica.

Proprio il disegno di legge conterrà gli interventi relativi al piano Impresa 4.0. Si punta molto sul nuovo credito di imposta per la formazione la cui dote, inizialmente fissata in 400 milioni su tre anni, potrebbe essere irrobustita.

Inevitabilmente bisognerà invece delimitare il perimetro delle proroghe relative al superammortamento e all’iperammortamento fiscale, quantomeno rispetto alle ambizioni iniziali dello Sviluppo economico. Il superammortamento, l’incentivo fiscale che agevola l’acquisto di beni strumentali tradizionali, sarà utilizzabile anche nel 2018 (terzo anno di applicazione) ma con un’aliquota inferiore: dal 140% si passerà al 130% salvo ritocchi dell’ultim’ora legati alla quadratura dei conti. Anche il perimetro dei beni agevolabili si restringerà. L’esclusione dei veicoli - dalla quale lo scorso anno erano stati salvati quelli «esclusivamente utilizzati come beni strumentali nell’attività di impresa» - diventerebbe totale.

Un’eccezione dovrebbe essere rappresentata dai software, destinati invece a mantenere l’aliquota del 140%.

Meno restrizioni sul fronte dell’iperammortamento, l’incentivo con beneficio maggiorato che sostiene l’acquisto di macchinari e apparati funzionali alla digitalizzazione dei processi produttivi. In questo caso si va verso la conferma dell’attuale aliquota del 250 per cento. La proroga riguarderà gli acquisti effettuati fino al 31 dicembre 2018, con una coda fino al 30 settembre 2019 per la successiva consegna (a patto di aver versato almeno il 20% di acconto).

Questo allungamento fino a settembre 2019 dovrebbe essere limitato all’iperammortamento, considerato che nel caso dei beni ad alto contenuto digitale i tempi di produzione dei fornitori possono essere notevolmente più lunghi rispetto a macchine utensili di base.

Nel capitolo crescita potrebbero entrare ulteriori misure. Oltre al Fondo di garanzia, si punta a rifinanziare anche la Nuova Sabatini “tecnologica” che agevola i finanziamenti in macchinari (con riserva del 30% agli investimenti “industry 4.0”): la proposta dello Sviluppo è di 55 milioni per il 2018, 110 milioni annui fino al 2022 e di nuovo 55 milioni per il 2023. Al piano straordinario per il Made in Italy dovrebbero invece andare 150 milioni.

Si continua a lavorare infine a un riordino dei fondi per il venture capital, vero punto debole delle politiche governative per le startup e industria 4.0. Circa 100 milioni, assorbendo risorse della misura Smart & Start di Invitalia, potrebbero andare a prestiti agevolati per chi investe capitale privato nelle imprese innovative.

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