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Superbonus, lo spalmacrediti a 10 anni dà la priorità agli importi tracciabili

Le rate con maggiori restrizioni alla circolazione potranno essere allungate in via prioritaria dai contribuenti. Le regole per l’applicazione del nuovo meccanismo cambiano a seconda dell’anno della quota di sconto e della tipologia di bonus

Spalmacrediti prioritario per le rate con maggiori restrizioni di circolazione. Sarà, infatti, prima allungata la vita dei crediti tracciabili e, poi, quella dei crediti “non tracciabili” con meno opzioni di cedibilità. È questo uno dei principi fissati dall’agenzia delle Entrate con il manuale che regola le nuove funzionalità della piattaforma per la cessione dei crediti, pubblicato all’inizio della settimana.

Le categorie di crediti

Il vademecum spiega che «se nel plafond dei crediti compensabili di un certo soggetto sono presenti crediti tracciabili e “non tracciabili” della stessa tipologia e per lo stesso anno di riferimento (ad esempio, superbonus - codice 7701 – anno 2022)», l’importo delle rate spalmate su dieci anni sarà sottratto prioritariamente dal monte dei crediti tracciabili. Il motivo è che «tale tipologia di crediti presenta meno opzioni di cedibilità». Non possono, cioè, essere ceduti parzialmente (al di sotto della singola rata) e, dopo aver scelto di utilizzarli in compensazione, non possono più essere ceduti.

Una regola simile si applica anche nell’ambito dei crediti “non tracciabili”. In questo caso, se un soggetto dispone di crediti appartenenti a diverse categorie di cedibilità (ad esempio, cedibili più volte a chiunque o cedibili solo una volta a soggetti qualificati), l’importo spalmato su dieci anni «viene sottratto dalle varie categorie attingendo prioritariamente ai crediti con maggiori restrizioni in termini di cedibilità». Il principio, quindi, è che i crediti con minori restrizioni avranno comunque più possibilità di essere utilizzati; per loro l’allungamento in dieci rate non è prioritario. Questo meccanismo di imputazione dei crediti, comunque, funzionerà in automatico e sarà gestito dalla piattaforma delle Entrate senza interventi del contribuente.

La divisione per rate

Il nuovo meccanismo, reso operativo dopo l’ampliamento del decreto Cessioni, non opererà in maniera identica per tutti i bonus e per tutte le rate annuali. Le due versioni dello strumento (la prima risale al decreto Aiuti quater) hanno disegnato una mappa piuttosto intricata delle chance a disposizione dei cessionari (si veda la grafica in pagina). In sostanza, per le rate 2022 sarà possibile optare per la spalmatura solo per il superbonus e solo a condizione che le comunicazioni di cessione e sconto siano arrivate entro il 31 ottobre. In questo modo, peraltro, sarà possibile riaprire già quest’anno i termini di rate già scadute a dicembre del 2022 (si veda Il Sole 24 Ore di ieri).

Per le rate dal 2023 in poi la chance sarà a disposizione per superbonus, bonus barriere architettoniche e sismabonus ordinario, a condizione che l’opzione sia arrivata entro il 31 marzo 2023. È quindi, di fatto, esclusa la remissione in bonis di quest’anno e sono escluse tutte le agevolazioni diverse da queste tre. Per queste rate non ci sarà spalmatura. E, in qualche caso, probabilmente, ai cessionari sarebbe stata utile. Pensiamo alla situazione di una piccola impresa installatrice di infissi, che nei mesi scorsi abbia acquisito sconti in fattura per ecobonus e superbonus. Potrebbe esserle utile recuperare capienza fiscale spalmando, oltre alle rate di superbonus, anche quelle di ecobonus che siano andate oltre il suo limite di capienza: non potrà, però, farlo.

Le correzioni

L’altro fattore di attenzione nell’utilizzo di questo nuovo strumento sarà legato al fatto che la scelta dell’allungamento a dieci anni, una volta effettuata, non potrà essere corretta. Il manuale lo spiega chiaramente: «La ripartizione è irreversibile e non può essere annullata o modificata».

Per questo motivo, la piattaforma prevede che, prima del via libera finale, il contribuente effettui una serie di controlli. «Dopo aver cliccato sul pulsante “Conferma” - dice il manuale -, apparirà un’ulteriore finestra di dialogo e successivamente verrà visualizzato un prospetto di riepilogo con il risultato che sarà ottenuto dalla ripartizione in dieci anni dell’importo della rata del credito selezionata, in modo che l’utente possa verificare l’esito dell’operazione prima di confermarla definitivamente». Nel prospetto potrà essere visualizzato il termine di scadenza per l’utilizzo in compensazione tramite modello F24 delle rate, anno per anno. «Per procedere definitivamente alla ripartizione esposta nel prospetto riepilogativo - conclude in manuale -, cliccare sul pulsante “Rateizza”»

Regole speciali

Il credito originario verrà, a questo punto, sottratto in tempo reale dal plafond disponibile (per l’importo ripartito) e sostituito dalle nuove rate. Queste rate avranno regole di funzionamento particolari. Potranno essere utilizzate esclusivamente in compensazione tramite modello F24 (senza bisogno di accettazione o altre formalità) e non potranno essere cedute ad altri soggetti, «né ulteriormente ripartite». La quota di ciascuna nuova rata non utilizzata nell’anno di riferimento, infine, «non può essere fruita negli anni successivi e non può essere richiesta a rimborso».

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