Imposte

Taglio del cuneo fiscale primo step per il recupero di competitività

A Brescia professionisti e aziende a confronto. Transizione green da armonizzare con il resto delle economie globali

di Alessandro Galimberti

Il taglio del cuneo fiscale è solo il primo passo, ma essenziale, per recuperare la competitività del sistema produttivo italiano, in particolare di quello più internazionalizzato. Da Brescia, uno dei distretti che sta recuperando più velocemente il gap da pandemia (+ 19% la produzione industriale rispetto al corrispondente periodo del 2019), professionisti e imprenditori lanciano segnali di apprezzamento all’intenzione del governo di mettere mano a una delle rivendicazioni più ricorrenti delle parti sociali. Minori oneri sul lavoro dipendente significano più competitività per le imprese e maggiore potere d’acquisto per le famiglie e pertanto crescita della domanda interna, anche se, secondo Confindustria «le risorse messe in campo sembrano ancora un po’ limitate» ha sostenuto il direttore generale bresciano Filippo Schittone.

Nella giornata di studi fiscali organizzata dall’Ordine dei commercialisti di Brescia - con il patrocinio dei colleghi di Milano e di Napoli e dell’Università locale - intitolata «Le nuove leve economiche in ambito internazionale: Recovery fund e ripresa economica», al centro del dibattito finisce anche la transizione green. Transizione che, secondo Marco Bonometti, neo past president di Confindustria Lombardia, «deve tenere conto degli assetti economici e regolatori mondiali per evitare che si trasformi in un boomerang per le sole aziende europee e italiane, a cominciare dal settore automotive. Ricordo che l’Europa produce l’8% del Co2 globale, la Cina da sola il 33 per cento». Riconversione green che, proprio in relazione al settore auto, non può ignorare il vertiginoso aumento della domanda di energia collegato e il tema di come e dove trovare nuove fonti.

Secondo il presidente dei commercialisti bresciani, Michele de Tavonatti, l’Europa dovrebbe iniziare a ragionare sull’armonizzazione del costo del lavoro e del relativo peso fiscale, e occuparsi anche dell’equiparazione effettiva delle condizioni di competitività per evitare fenomeni di dumping interno. Europa che, a giudizio di Franco Roccatagliata (Direzione generale fiscalità e unione doganale della Commissione Ue), gioca oggi un ruolo fondamentale nelle politiche di rilancio, e non solo per il finanziamento della ripresa incentrata su fondi e prestiti mai così ingenti. Prestiti però agganciati, ricordiamo, alla realizzazione effettiva dei progetti nei tempi previsti dal piano (2026). La presidente dei commercialisti milanesi, Marcella Caradonna, ha sottolineato che la crisi pandemica ha prodotto solo a Milano 4mila procedure concorsuali contro piccole e micro aziende, basate su crediti azionati di poche migliaia di euro: «Non possiamo pensare di perdere questa filiera essenziale della rete di imprese per difficoltà transitorie e superabilissime», ha concluso.

Le tavole rotonde tecniche del pomeriggio sono state incentrate tra gli altri temi sui cantieri della riforma fiscale internazionale, passando dalla trasparenza e fairness (Sostenibilità della corporate responsability) all’impatto della Dac 6 sui modelli organizzativi degli studi (compliance), fino al transfer pricing e value chain analysis, per terminare con uno sguardo sul mondo delle cryptovalute.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©