Verso una proroga al 31 maggio per la chiusura dei bilanci delle Province
Atteso da molte settimane, dovrebbe arrivare domani in Consiglio dei ministri il decreto sugli enti locali che allarga il turn over nei Comuni e offre qualche aiuto in più alle Province e alle Regioni. Le ultime verifiche sono in corso per sostituire il taglio da 200 milioni di taglio al fondo delle politiche sociali, previsto dall’intesa raggiunta a febbraio con le Regioni ma contestato ex post da esponenti del governo e delle amministrazioni territoriali, ma il problema sembra in via di superamento. In arrivo c’è un ampliamento delle assunzioni nei Comuni: le ipotesi tecniche prevedono un turn over al 50% negli enti con più di 15mila abitanti, dove oggi è al 25%, e spazi assunzionali pieni nelle amministrazioni più piccole, dove oggi si possono sostituire con nuovi ingressi tre uscite su quattro. Non è escluso, però, che la decisione finale possa essere anche più articolata, anche perché il via libera alle assunzioni non ha bisogno di coperture (è finanziato dai bilanci locali; a giorni intanto sono attesi gli atti di indirizzo per avviare i rinnovi).
Il Dl è chiamato tenere in piedi i conti provinciali, ma sul punto la partita sembra destinata a continuare. I sindaci che amministrano le Province chiedono 650 milioni, forti dello «sbilancio» fra entrate e spese standard certificato dalla Sose (si veda Il Sole 24 Ore del 17 marzo), ma a disposizione per il momento ci sono circa 200 milioni, divisi più o meno a metà fra nuove risorse e fondi “dirottati” dall’Anas come lo scorso anno. Insieme ai nuovi fondi, dovrebbe arrivare una nuova proroga per la chiusura dei preventivi provinciali, che potrebbe essere fissata al 31 maggio (mantenendo però al 31 marzo, la scadenza per i bilanci comunali). Intanto dall’Anci si fa sentire anche il coordinamento delle Città metropolitane, chiedendo al governo un incontro urgente per risolvere i nodi dei conti. Quasi una Città su due, spiega il presidente Anci, Antonio Decaro, non può chiudere in equilibrio il bilancio, e il quadro è aggravato dal fatto che le funzioni trasferite dalle Regioni spesso non sono state accompagnati dalle risorse.