I temi di NT+Le massime di Cassazione

Cassazione, le sentenze su compensazioni, spese di rappresentanza e costi da reato

di Luca Benigni e Ferruccio Bogetti

Spese di rappresentanza vitto e alloggio per le trattative di clienti e fornitori

Le spese sostenute in occasione di trattative intervenute con clienti e fornitori e riguardanti il vitto e l’alloggio di quest’ultimi non sono qualificabili come spese di pubblicità bensì come spese di rappresentanza. Questo in quanto le spese in questione non hanno alcuna finalità incrementativa delle vendite, ma vengono sostenute unicamente per aumentare il prestigio dell’impresa, essendo volte ad accrescerne notorietà e immagine.

Cassazione, ordinanza 14778/2022

Senza sanzione la compensazione oltre soglia vigente se poi è stata innalzata

Non costituisce condotta sanzionabile la compensazione effettuata per un importo superiore rispetto alla soglia vigente se comunque esso trova capienza rispetto alla soglia successivamente innalzata, perché, in ossequio al principio del favor rei, ai fini sanzionatori deve sempre essere applicato lo jus supervienens.

Cassazione, ordinanza 14795/2022

Assistenza silente e non collaborativa alla verifica fiscale senza comportamento concludente

La semplice assistenza silente e non collaborativa alle operazioni di verifica non può mai implicare in capo al contribuente l’accettazione dei risultati accertativi a cui perviene l’amministrazione, perché il contribuente ha sempre la facoltà e l’onere di formulare immediatamente il proprio dissenso. È solo la partecipazione attiva senza contestazioni alle operazioni di verifica che equivale alla sostanziale accettazione dei loro risultati accertativi ancorché in mancanza di una loro approvazione espressa.

Cassazione, sentenza 14889/2022

Non modificabile l’agevolazione fiscale agricola erroneamente richiesta

Se al momento del rogito è stato richiesto erroneamente il trattamento fiscale agevolato quale coltivatore diretto, ai fini dell’assolvimento dell’imposta di registro non è poi possibile pretenderlo successivamente in qualità di imprenditore agricolo professionale (Iap). Questo in quanto i poteri di accertamento e valutazione del tributo si esauriscono nel momento in cui l’atto viene sottoposto a registrazione e non possono essere modificati. Infatti la decadenza dall’agevolazione concessa in quel momento preclude qualsiasi altro accertamento dell’Amministrazione in base ad altri presupposti normativi e/o di fatto.

Cassazione, ordinanza 14935/2022

Detrazione Iva entro la dichiarazione del secondo anno successivo

Il diritto alla detrazione dell’Iva deve sempre essere esercitato entro il termine previsto per la dichiarazione relativa al secondo anno successivo a quello nel quale esso è sorto. Infatti non è sufficiente la sua semplice indicazione nella prima dichiarazione utile, fatto salvo il diritto al rimborso del credito Iva per cui è maturata la decadenza dal diritto alla detrazione.

Cassazione, sentenza 15060/2022

Modifica sui costi da reato con effetto retroattivo

In caso di supposta oggettiva inesistenza delle operazioni l’approfondimento, eseguito dal giudice tributario, circa l’elemento soggettivo del reato, non impedisce l’applicazione dello jus superveniens all’articolo 8, commi 1 e 2, del Dl 16 del 2012 riguardante i cosiddetti «costi da reato». Questo in quanto la norma, che dispone la non concorrenza alla formazione del reddito entro l’importo non ammesso in deduzione dei costi supposti oggettivamente inesistenti per spese o altri componenti negativi non effettivamente scambiati o prestati, ha portata retroattiva e può comunque sempre essere applicata d’ufficio dal giudice tributario.

Cassazione, ordinanza 15065/2022

Sanzione ridotta se non è noto il soggetto che ha materialmente redatto il modello F24

In caso di incertezza sul soggetto, che ha materialmente redatto il modello F24 per il versamento, il Giudice tributario ha facoltà di ridurre la sanzione amministrativa per violazione di norme tributarie irrogata dall’Amministrazione. Questo in quanto, all’esito del procedimento di interpretazione, il giudice tributario può stabilire l’esenzione, ancorché parziale, per incertezza normativa, che ricorre quando vi sia incertezza inevitabile, oltre che sul contenuto e sull’oggetto della disposizione tributaria sanzionatoria, anche sui suoi destinatari.

Cassazione, ordinanza 15299/2022