I temi di NT+Le massime di Cassazione

Le sentenze della Cassazione su contraddittorio, presunzioni, induttivo e frodi carosello

di Luca Benigni e Ferruccio Bogetti

Contraddittorio endo-procedimentale obbligatorio anche per il registro

Il termine dilatorio di 60 giorni, previsto dal comma 7, articolo 12 dello Statuto del contribuente secondo cui il mancato rispetto del quale comporta la nullità dell’accertamento, si applica anche per le violazioni in tema di imposta di registro. Infatti l’amministrazione è sempre gravata di un obbligo generale di contraddittorio endo-procedimentale e quindi sussiste l’espresso richiamo recato dall’articolo 53-bis del Dpr 131 del 1986.

Cassazione, ordinanza 12412/2022

Differenze inventariali con effetti a cascata sugli anni antecedenti ispezionati

Non violano il principio di competenza fiscale gli effetti delle presunzioni di cessione e di acquisto conseguenti alla rilevazione fisica dei beni riferite al periodo d’imposta più recente con effetti a cascata per i periodi d’imposta antecedenti. Ciò perché la legittimità delle presunzioni recate dalle differenze inventariali riscontrate si possono sempre estendere a tutti gli anni d’imposta interessati dalla verifica da parte dell’organo ispettivo.

Cassazione, ordinanza 12492/2022

Irrilevanti i piccoli prelievi del tabaccaio per avere moneta spicciola

I prelievi, operati per contanti dal tabaccaio sul proprio conto corrente dedicato all’attività commerciale per procurarsi moneta spicciola da utilizzare come resto per i clienti che pagano gli acquisti con banconote, non possono a seguito di indagini finanziarie essere qualificati come non giustificati. Per importi modesti variabili tra i duecento ed i cinquecento euro e stante la cadenza giornaliera è impossibile pretendere che il contribuente possa fornire in modo analitico la prova della destinazione di ciascuna operazione.

Cassazione, ordinanza 12599/2022

Il giudice deve valutare l’anti-economicità usata nell’induttivo

In presenza di contabilità, formalmente regolare ma intrinsecamente inattendibile per anti-economicità del comportamento del contribuente, l’amministrazione può desumere in via induttiva il suo reddito sulla base di presunzioni gravi, precise e concordanti. Se tuttavia il giudice tributario intende legittimare la presunzione di anti-economicità dell’attività d’impresa avanzata dall’amministrazione, in senso negativo non può concludere per la genericità della difesa del contribuente e, in senso positivo, deve sempre esaminare compiutamente tutti gli elementi fattuali da questi allegati.

Cassazione, ordinanza 12836/2022

Indagini bancarie sull’assegno anche se non c’è rapporto di lavoro tra emittente e prenditore

Sono comunque legittime le indagini bancarie disposte per il versamento sul conto corrente di un assegno bancario anche in assenza di un rapporto di lavoro dipendente tra il soggetto emittente, quale imprenditore o lavoratore autonomo e il soggetto prenditore. Infatti è priva di riscontro normativo l’utilizzabilità delle indagini bancarie unicamente nei confronti di soggetti imprenditori e/o lavoratori autonomi. Pertanto l’attivazione delle indagini bancarie è legittima anche se il soggetto prenditore dell’assegno bancario non è legato ad un rapporto di lavoro dipendente con l’emittente imprenditore o lavoratore autonomo e dunque a sua volta non è imprenditore o lavoratore autonomo.

Cassazione, ordinanza 12837/2022

Per le frodi carosello duplice onere probatorio amministrazione-contribuente

Nella frode carosello l’amministrazione è tenuta a provare in primo luogo la consapevolezza del contribuente/destinatario di essere parte di un’evasione e, in secondo luogo, l’oggettiva fittizietà del fornitore ovvero la sua non operatività. In ossequio al principio di riparto dell’onere probatorio, il contribuente/destinatario deve dimostrare di avere rispettato la diligenza massima esigibile da un operatore accorto. Pertanto risultano comunque irrilevanti sia la regolare contabilità sia la regolarità dei pagamenti.

•Cassazione, ordinanza 12853/2022

Nessun automatismo nel processo tributario per la sentenza penale di assoluzione

Nel processo tributario la sentenza irrevocabile di assoluzione dal reato tributario non dispiega automaticamente efficacia di giudicato anche se i fatti accertati in sede penale sono gli stessi per i quali l’amministrazione ha formato l’atto impositivo. Infatti la sentenza penale può, a tutto concedere, essere soltanto presa in considerazione come possibile fonte di prova dal giudice tributario, che nell’esercizio dei propri poteri di valutazione è dunque chiamato a verificarne la rilevanza.

Cassazione, sentenza 12854/2022