I temi di NT+Le massime di Cassazione

Accertamento induttivo, Iva, fallimento, contradditorio e iscrizione Inps

Le pronunce fiscali della Corte di cassazione nella settimana dal 23 al 27 marzo


Sì all’induttivo se c’è un campione rappresentativo dell’attività esercitata

È illegittimo l’accertamento induttivo che ridetermina i maggiori ricavi attraverso una percentuale di ricarico medio riferito a un campione di beni relativo a un’attività differente rispetto a quella esercitata dal contribuente verificato. Infatti deve sempre essere in grado di collegare i campioni statistici utilizzati alla concreta realtà aziendale accertata. E non deve neppure tralasciare il controllo delle scritture contabili, che soltanto laddove assenti consentono la ricostruzione sulla base di presunzioni gravi, precise e concordanti.

Cassazione, ordinanza 7365/2020


Attività cinotecnica con regime ordinario Iva e doppio regime ai fini Iperf

A seguito dell’introduzione del Dm 20 aprile 2006, vigente già con riferimento all’anno d’imposta 2005, è agrario il reddito conseguito attraverso l’esercizio di attività di allevamento e addestramento dei cani (cinotecnica), il quale va determinato su base catastale con riguardo alla tipologia del terreno e al numero di capi su di esso allevati. Con riferimento al regime previgente, invece, il contribuente era tenuto ad assoggettare, ai fini Irpef, tale reddito come conseguito attraverso l’esercizio di attività commerciale in base alla differenza tra costi e ricavi. Ai fini Iva, indipendentemente dall’anno di inizio dell’attività, la cessione di cani è sempre stata soggetta all’applicazione dell’aliquota ordinaria, non essendo tali animali compresi nella tabella A, Parte prima, allegata al Dpr numero 633 del 1972.

Cassazione, ordinanza 7374/2020


Banca non tenuta ad accreditare al creditore i soldi del c/c chiuso dal fallito

Nel caso di scioglimento del contratto di conto corrente, che interviene dalla data della dichiarazione di fallimento, il trasferimento dei fondi della provvista, nel frattempo intervenuto dal conto della società poi fallita mediante accredito sul conto del creditore, integra comunque un atto solutorio riferibile al fallito, a cui deve essere sempre indirizzata l’azione restitutoria. Questo in quanto la domanda volta a ricondurre l’insorgenza dell’obbligazione restitutoria a carico della banca delegata a seguito della cessazione del contratto di conto corrente deve essere basata sul differente presupposto, secondo cui nell’atto dispositivo del denaro appartenente al soggetto fallito, distratto a favore del terzo creditore, possa effettivamente ravvisarsi la condotta illecita, da cui far derivare la responsabilità extracontrattuale della banca stessa per appropriazione indebita.

Cassazione, sentenza 7477/2020


Nulla per violazione del contraddittorio la sentenza predibattimentale penale

È nulla per violazione del contraddittorio la sentenza predibattimentale con cui la Corte d’Appello dichiara l’intervenuta prescrizione del reato tributario. Questo in quanto l’Amministrazione, attraverso il normale svolgimento dell’udienza dibattimentale, può richiedere, a patto che rimangano inalterati anche in presenza della causa estintiva del reato, l’accertamento della penale responsabilità dell’imputato e la qualificazione del bene da confiscare come profitto del reato, la conferma dello stesso provvedimento di confisca disposto in primo grado.

Cassazione, sentenza 10376/2020


Iscrizione all’Inps per il pensionato che svolge attività di perito industriale

È soggetto all’iscrizione alla gestione separata Inps colui che, pur essendo già in pensione, svolga l’attività di perito industriale. Infatti l’iscrizione alla gestione separata deve sempre considerarsi obbligatoria per i soggetti che, da una parte esercitano per professione abituale, ancorché non esclusiva, attività di lavoro autonomo. Dall’altra, l’esercizio di lavoro autonomo, se subordinato all’iscrizione ad un albo, non sia soggetto ad un versamento contributivo agli enti previdenziali di riferimento in grado di determinare in capo allo stesso lavoratore autonomo una correlata posizione previdenziale.

Cassazione, sentenza 7485/2020