Carburanti, nuova stretta sulle frodi Iva
Nuova stretta in quattro mosse alle frodi Iva sui carburanti. Via libera all’estensione dell’Ape social a quattro nuove categorie di lavoratori gravosi. Disco verde anche al pacchetto di ritocchi al capitolo enti locali e regioni . Sono il frutto della prima, intensa, giornata di voti sulla manovra della commissione Bilancio della Camera. Che proseguirà oggi affrontando altri temi delicati come semplificazioni fiscali, industria 4.0, scuola, sport e cultura. L’emendamento sulla web tax del relatore e presidente della commissione, Francesco Boccia, arriverà domani.
Il giro di vite nel contrasto all’evasione fiscale su benzina e carburanti è la carta giocata dal Governo per recuperare parte delle coperture (62,4 milioni nel 2018 e quasi 200 milioni nel 2019 che diventano oltre 230 dal 2020) necessarie ad assicurare interventi mirati su regioni, province e città metropolitane. A garanzia delle maggiori entrate stimate dalla norma antievasione il Governo introduce una clausola di salvaguardia, in linea con la nuova riforma di bilancio, che prevede un taglio di spese nel caso in cui il gettito risulti inferiore a quello atteso. Se le cose andranno bene l’eventuale extragettito andrà ad alimentare il fondo per la riduzione della pressione fiscale.
Ma quali sono le quattro mosse per dare scacco all’evasione Iva sui carburanti? Si parte da un nuovo piano di controlli straordinario della Guardia di Finanza che, oltre alla strada, avrà accesso anche all’anagrafe dei conti. Il secondo tassello riguarderà il popolo delle partite Iva che dovrà obbligatoriamente documentare con la fattura elettronica (per i carburanti sarà operativa dal 1° luglio 2018) l’acquisto di benzina su strada. A seguire, le stesse partite Iva per dedurre il costo carburante e recuperare l’imposta sul valore aggiunto pagata alla pompa, dovranno tracciare ogni pagamento con carte di credito, di debito o prepagate, o da altro mezzo di pagamento tracciabile indicato dalle Entrate. La quarta mossa poggia tutta sui benzinai, che si vedranno riconoscere un credito d’imposta del 50% del totale delle commissioni addebitate per le transazioni effettuate dal 1° luglio 2018. La commissione ha però bocciato due correzioni suggerite da Sergio Boccadutri (Pd) tra cui quella che puntava a non limitare ai soli pagamenti con carte di credito il “bonus” riconosciuto ai distributori. La norma così come approvata ieri sera esclude dal bonus fiscale i “pieni” con bancomat, carte prepagate e con i nuovi strumenti di pagamento digitale.
Con lo stesso emendamento sulle frodi Iva il Governo aggiusta il tiro sulla fatturazione elettronica in arrivo dal 1° gennaio 2019 anche per le transazioni B2C. L’e-fattura per i consumatori finali privi di partita Iva sarà rilasciata direttamente dall’agenzia delle Entrate. La stessa Agenzia fornirà a chi emette la fattura sia la versione digitale sia quella analogica.
Tra le novità fiscali di ieri anche l’estensione dell’imposta sostitutiva alle operazioni di riallineamento dei valori di marchi e brevetti effettuate dall’anno d’imposta 2016 con società residenti e non anche prive di stabile organizzazione. I 75 milioni di gettito in arrivo alimenteranno il Fondo per il trasporto dei disabili.
Dalla Commissione è arrivato poi l’ok all’emendamento del Governo che estende la platea dell’Ape social a ulteriori 4 categorie di lavori gravosi (braccianti, siderurgici, pescatori e marittimi) e che rafforza il bonus contributivo (da 6 mesi a un anno per figlio entro un tetto massimo di 2 anni) per facilitare l’accesso alle donne all’anticipo pensionistico. Il correttivo è stato integrato da un ritocco del Pd approvato dalla Commissione con cui viene esteso il raggio d’azione dell’Ape social ai parenti o agli «affini» di secondo grado conviventi che prestano assistenza a una persona con handicap grave qualora i suoi genitori o il coniuge abbiano compiuto 70 anni «oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti».