Cassazione, le sentenze su visto di conformità, fatture inesistenti e violazioni formali
Fatture inesistenti, costi deducibili anche se è nota la frode dell'operazione di Laura Ambrosi e Antonio Iorio
Nel caso di operazioni soggettivamente inesistenti i beni acquistati non sono stati utilizzati direttamente “al fine di commettere il reato”, bensì per essere commercializzati, e di conseguenza non è sufficiente il coinvolgimento, anche consapevole, dell'acquirente in operazioni fatturate da soggetto diverso dall'effettivo venditore, per escludere la deducibilità.
• Cassazione, ordinanza 25474/2022
Sanatoria anche dopo la cartella al cessionario di Laura Ambrosi e Antonio Iorio
Era definibile la lite pendente relativa ad una cartella impugnata dal cessionario di un'azienda, anche nel caso in cui, in precedenza, gli sia stato notificato l’avviso di accertamento emesso nei confronti della società debitrice cedente l’azienda
In questa ipotesi, infatti, per la cessionaria, la cartella riveste anche la natura di atto impositivo trattandosi del primo provvedimento impugnabile.
• Cassazione, sentenza 25486/2022
Violazione formale da valutare ex post di Dario Deotto e Luigi Lovecchio
Una violazione meramente formale risulta tale in seguito alla valutazione a posteriori del comportamento del contribuente.
• Cassazione, ordinanza 25736/2022
Niente sanzione per la compensazione senza visto di conformità di Giuseppe Morina e Tonino Morina
Il contribuente che compensa crediti spettanti, senza il visto di conformità, non è sanzionabile. Per configurare una violazione formale occorre «la contemporanea sussistenza di un duplice presupposto», ovvero che la violazione accertata «non comporti un pregiudizio all’esercizio delle azioni di controllo, e, al contempo, non incida sulla determinazione della base imponibile dell’imposta e sul versamento del tributo».
• Cassazione, ordinanza 25736/2022