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Contro l’evasione fiscale la Ue chiede di diffondere la blockchain

di Marina Castellaneta

L’applicazione della blockchain procura benefici ai cittadini, promuove l’imprenditorialità e può anche portare a ridurre l’evasione fiscale. Detto questo, però, vanno affrontare questioni urgenti legate alla garanzia di chiarezza e di certezza giuridica per fare in modo che l’Europa diventi un continente pilota a livello mondiale basato sulla blockchain. Di qui il parere del Comitato economico e sociale europeo su «Blockchain e mercato unico dell’Ue: le prossime tappe», pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea dell’11 febbraio 2020, serie C47.
Tra gli obiettivi ambiziosi, la costituzione dell’Europa come punto di riferimento a livello mondiale della tecnologia di blockchain che, proprio per la capacità di memorizzazione dei dati in maniera sicura, può ridurre la falsificazione delle operazioni e può limitare la corruzione. Nel rispetto dei princìpi base, ossia identità autosovrana (autenticazione e autorizzazione), tracciabilità, fiducia, immutabilità, democrazia e assenza di intermediazione.
Per quanto riguarda l’utilizzo per limitare l’evasione e l’elusione fiscale, il Comitato sostiene che l’Unione europea deve rafforzare il commercio elettronico e favorire la diffusione dei sistemi di gestione fiscale mediante blockchain che garantiscono una maggiore trasparenza per il contribuente e per le autorità fiscali e governative.
Tra gli aspetti positivi di questo sistema la maggiore facilità nella rendicontabilità e nell’individuazione della responsabilità delle operazioni. Pertanto, anche in collegamento con la diffusione delle criptovalute, il Comitato ha chiesto alla Commissione europea di presentare proposte che tengano conto delle indicazioni e che vadano nella direzione della costituzione di una infrastruttura europea di blockchain per i servizi, tra i quali la certificazione notarile e autenticazione, le credenziali di formazione, l’identità autosovrana europea, la tassazione e la condivisione affidabile di dati.
La possibilità fornita dalla blockchain di eliminare i costi di intermediazione ha effetti positivi, inoltre, sui consumatori, così come l’utilizzo di sistemi di voto basati su questa tecnologia. Tra i vantaggi, almeno potenziali per consumatori e imprese, la circostanza che l’identità digitale basata sulla blockchain favorisce il riconoscimento reciproco e l’esecuzione delle operazioni con un codice di contratto intelligente che dovrebbe essere utile a semplificare la creazione di imprese. Tuttavia, non sono esclusi i rischi, soprattutto per la protezione dei dati personali che può essere assicurata evitando di memorizzare in maniera aperta i dati privati sulla blockchain.
In ogni caso, però, il quadro normativo resta incerto, con un approccio frammentario tra i diversi Stati membri dovuto anche all’ambito diversificato di applicazione della blockchain. È così indispensabile un intervento dell’Unione nella regolamentazione della blockchain. È attesa, quindi, la pubblicazione della Comunicazione della Commissione sullo sviluppo della tecnologia di blockchain e Dlt (Distributed Ledger Technology) dell’Unione europea (http://www.eur-lex.europa.eu).

Soluzione globale per la tassazione digitale
Il Consiglio Ue economia e finanza ha preso atto dei progetti sulla riattribuzione degli utili delle imprese digitali (pilastro 1) e della riforma generale della tassazione internazionale delle società (pilastro 2). L’orientamento è, quindi, quello di partecipare a una soluzione globale e non procedere a un intervento specifico dell’Unione, anche per evitare frammentazioni e misure unilaterali. Così, l’Unione attende una proposta da parte dell’Ocde, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (https://www.consilium.europa.eu/it/).

La tassazione del tabacco non dissuade dal consumo
Sull’applicazione effettiva della direttiva 2011/64/UE relativa alla struttura e alle aliquote dell’accisa applicata al tabacco lavorato è intervenuta la Commissione europea che ha pubblicato, il 10 febbraio, una comunicazione sulla valutazione dell’attività degli Stati membri, la SWD(2020)32. Secondo la Commissione, le norme Ue sono efficaci in termini di prevedibilità e stabilità del gettito fiscale, ma non in termini di dissuasione al consumo. Inoltre, il quadro non è più adatto ai tempi in ragione della diffusione di nuovi prodotti che richiedono un nuovo intervento del legislatore (https://ec.europa.eu/taxation_customs/).