Dai commercialisti la guida al credito di imposta per gli investimenti nelle Zes
Il Cndcec e la Fondazione pubblicano un documento sugli incentivi fiscali per chi investe nelle zone economiche speciali. Ulteriori prospettive con la Zes unica (che attende il decreto attuativo)
Dai commercialisti focus sulle Zes (zone economiche speciali) con il riepilogo dei principali adempimenti e dei vantaggi fiscali per chi investe in queste zone. Il Cndcec ha pubblicato il documento «Le zone economiche speciali: Quadro di sintesi degli adempimenti per investimenti 2023 e delle opportunità future» messo a punto dal Consiglio e dalla Fondazione nazionale dei commercialisti. Il vademecum fa il punto sulle “vecchie” zone economiche speciali del Mezzogiorno, istituite nel 2017 ma partite in realtà solo nel 2022. E guarda anche oltre alla Zona economica unica del Sud, ufficialmente avviata dallo scorso primo gennaio, ma in realtà ancora in attesa del decreto attuativo sul credito di imposta.
Alle Zes per interventi infrastrutturali sono destinati 630 milioni del Pnrr, da utilizzare per il collegamento delle aree Zes alla rete nazionale dei trasporti e alle reti transeuropee, e 1,2 miliardi di euro per l’ammodernamento e il potenziamento dei porti presenti all’interno delle zone stesse. Ma - come si legge nelle premesse del documento - è stata appena avviata anche una profonda riforma dello strumento avviata con il Dl 124/2023 che ha portato appunto alla creazione di una zona unica per favorire una programmazione maggiormente integrata e coordinata, ma, allo stesso tempo, conservare le specificità dei territori coinvolti.
«Gli investimenti nelle Zone economiche speciali - spiegano i commercialisti - seppur in solo due anni di effettiva operatività, hanno comportato un significativo impatto economico. Un’analisi sull’efficacia delle Zes quali strumenti di attrattività per gli investimenti nel Mezzogiorno ha messo in luce che, se tutte le Zes avessero performato come quelle della Campania e della Calabria, si genererebbe un effetto positivo sull’economia nazionale, direttamente e indirettamente, di circa 83 miliardi di euro. La nuova Zes Unica, per produrre gli effetti auspicati, dovrà fornire certezza soprattutto in merito alle misure fiscali e all’orizzonte temporale. Solo in questo modo le imprese e i commercialisti a loro fianco potranno cogliere le opportunità aperte a chiunque voglia investire nei territori del Mezzogiorno».
Dopo una panoramica sulla storia delle Zes in Italia e nel mondo, il documento illustra le modalità operative per l’ottenimento del credito d’imposta Zes per il 2023 e ulteriori aspetti fiscali e contabili dello stesso credito d’imposta. Il documento ricorda l’ammontare del credito di imposta sugli investimenti in Zes, diversificato a seconda delle dimensioni dell’impresa e i rischi di revoca. Presente anche una guida alla modulistica necessaria per accedervi.
L’ultima sezione del lavoro è dedicata alla Zes Unica.