FISCO E SENTENZE/Accertamento analitico-induttivo, abuso del diritto, concordato
Dalle condizioni che legittimano l’accertamento analitico-induttivo in presenza della contabilità parallela all’obbligo del giudice tributario di valutazione gli elementi forniti dall’amministrazione finanziaria per contestare l’abuso del diritto. Senza dimenticare l’omologa del concordato preventivo. La rassegna delle massime delle principali pronunce di Cassazione in materia tributaria e societaria depositate nella settimana dal 10 al 14 aprile.
ACCERTAMENTO E CONTENZIOSO
Il rinvenimento della contabilità parallela basta per l’accertamento analitico-induttivo
La contabilità parallela è una scrittura dell’imprenditore ed il suo rinvenimento costituisce un elemento probatorio che legittima la presunzione di inattendibilità delle scritture contabili obbligando l’amministrazione ad accertare l’imprenditore con la metodologia analitico-induttiva e costringendolo altresì a fornire la prova contraria.
■ Cassazione, sentenza 9442/2017
Per la tassazione delle stock options si guarda al momento del loro esercizio attraverso l’acquisto delle azioni
Per la tassazione delle stock options in capo al lavoratore non si applica la disciplina vigente al momento dell’attribuzione del diritto, generalmente gratuita, bensì la disciplina vigente al momento dell’esercizio dell’opzione, che coincide con l’acquisto delle azioni.
■ Cassazione, sentenza 9465/2017
Indeducibili i costi per la verifica del feed-back di mercato per chi commercializza farmaci
Diversamente dalle spese di sperimentazione che sono sempre deducibili da parte delle aziende produttrici di farmaci, le spese sostenute da parte delle imprese che si occupano della loro commercializzazione per i test sull’efficacia e tollerabilità non sono deducibili per mancanza di inerenza in quanto attengono alle qualità intrinseche del prodotto e non sono legati alla loro collocazione sul mercato.
■ Cassazione, sentenza 9466/2017
Danno da provare per la svalutazione monetaria per il tardivo rimborso del credito d’imposta
Il contribuente che intenda ottenere il risarcimento del maggior danno da svalutazione monetaria a seguito del credito d’imposta tardivamente rimborsato dall’Amministrazione non può limitarsi ad invocare la sua qualità di imprenditore o a dedurre il fenomeno inflattivo come fatto notorio, ma deve offrire la prova rigorosa del danno subito per la temporanea indisponibilità del denaro a causa dell’altrui inadempimento.
■ Cassazione, sentenza 9475/2017
Vantaggio fiscale ed elementi oggettivi caratterizzano l’abuso di diritto
L’abuso di diritto è caratterizzato da un lato dal vantaggio fiscale e dall’altro da un insieme di elementi oggettivi che insieme considerati inducono al perseguimento dello stesso, come nel caso di una società di costruzioni costituita da due coniugi, senza dipendenti, con una sede sociale di soli due metri quadrati, che realizza due unità immobiliari e le vende poi a ciascuno dei due soci, cessando definitivamente poco dopo l’attività imprenditoriale.
■ Cassazione, ordinanza 9610/2017
Raddoppio dei termini, bastano i soli elementi che obbligano alla denuncia
La condizione necessaria per raddoppiare i termini ordinari per accertare le annualità d'imposta anteriori al 4 luglio 2006 è l’effettiva sussistenza, vagliata dal pubblico ufficiale incaricato, degli elementi del reato che impongono la segnalazione della notizia di reato senza che si renda obbligatoria la tempestiva denuncia di reato entro il termine decadenziale ordinario.
■ Cassazione, sentenza 9670/2017
SOCIETÀ E BILANCI
Richiesta di omologa del concordato preventivo inammissibile o improcedibile in caso di fallimento
Il reclamo proposto per chiedere l’annullamento della dichiarazione di fallimento assorbe l’intera controversia della crisi d’impresa determinando l’inammissibilità della domanda di omologa del concordato preventivo, se non ancora proposta, oppure la sua improcedibilità se è già stata proposta, così che il giudice chiamato a pronunciarsi sul fallimento dovrà anche ribadire, laddove intenda confermarlo, la non omologabilità del concordato preventivo in corso.
■ Cassazione, Sezioni unite, sentenza 9146/2017
Due anni per la proposta di concordato fallimentare ma solo per il fallito e le parti a lui correlate
La proposta di concordato fallimentare non incontra limiti temporali salvo che non sia presentata dal fallito e dalle parti a lui correlate perché solo in quest’ultimo caso sono tutti tenuti al rispetto del termine del biennio dall’approvazione dello stato passivo fallimentare.
■ Cassazione, sentenza 9411/2017
Sempre nulle le garanzie patrimoniali offerte dalla società all’accomandatario
È sempre nulla la prestazione di garanzie patrimoniali da parte della società a favore del socio accomandatario in quanto la norma, che opera anche in assenza della successiva emersione di un danno patrimoniale, intende evitare il pericolo presunto rappresentato dagli abusi di potere dell’organo gestorio.
■ Cassazione, sentenza 9419/2017
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