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Il 110% intasa l’Agenzia con 25mila interpelli presentati in tre anni

Dai numeri esposti dal direttore Ernesto Maria Ruffini emerge come complessivamente l'Agenzia abbia risposto nel 2022 a 17.731 istanze di interpello

di Giovanni Parente

Un boom senza precedenti. Il superbonus, per effetto dei continui restyling alla disciplina, ha provocato una valanga di richieste di interpelli all’agenzia delle Entrate. In tre anni gli uffici sono stati letteralmente inondati di quasi 25mila istanze per ottenere chiarimenti sull’applicazione del superbonus. Un trend che ha visto 2.110 richieste nel 2020, 14.103 richieste nel 2021 e 7.905 nel corso del 2022. Di fatto le incertezze prodotte dalla disciplina dell’agevolazione hanno portato un incremento della pressione delle richieste sugli uffici dell’Agenzia. Dai numeri indicati dal direttore, Ernesto Maria Ruffini, nel corso del convegno «La riforma fiscale» organizzato da Gruppo 24 Ore e Deloitte, emerge come complessivamente l’Agenzia abbia risposto nel 2022 a 17.731 istanze di interpello: 15.614 dalle Direzioni regionali e 2.117 dalle Direzioni centrali della Divisione contribuenti.

Sono stati gli interpelli ordinari (ossia quelli che si presentano facoltativamente sulla corretta interpretazione di una norma in presenza di situazioni di obiettiva incertezza) a dominare la scena nelle risposte fornite dall’amministrazione finanziaria. Si è passati dalle 7.108 nel 2018 ai 15.707 del 2022 (un incremento del 121%), passando però per un picco di 24.342 istanze nel 2021. Un’impennata su cui, oltre al superbonus, hanno giocato un ruolo anche le altre agevolazioni fiscali introdotte per imprese e lavoratori autonomi introdotti per fronteggiare gli effetti negativi della pandemia sulle attività economiche. Una pressione molto forte in termini di richiesta di chiarimenti che si è rivolta anche sul regime dei lavoratori impatriati (584), sugli incentivi «Industria 4.0» (151 istanze), sui neoresidenti (306) e sui nuovi investimenti (20). Questioni spesso molto complesse che richiedono attenzione e approfondimento nei termini previsti dalla disciplina di ciascun interpello (ordinario, probatorio, antiabuso e disapplicativo). Il tutto con una macchina dell’Agenzia che viaggia ancora con pesanti scoperture organico e su cui ora si sta ponendo rimedio grazie alle risorse rese disponibili per i concorsi che puntano a 11mila assunzioni di nuovi funzionari nei prossimi anni.

Anche alla luce della dinamica dei numeri degli ultimi anni, il Ddl di delega fiscale punta a cambiare profondamente la disciplina degli interpelli cercando di limitare l’accesso allo strumento per persone fisiche e contribuenti di minori dimensioni alle sole situazioni in cui sia possibile ottenere risposte scritte mediante servizi di interlocuzione rapida, realizzati anche attraverso tecnologie digitali e intelligenza artificiale. Più in generale viene rafforzato il principio in base al quale l’interpello non è ammesso in presenza di documenti interpretativi già emanati in fattispecie corrispondenti a quelle del contribuente. E sarà introdotto un contributo per la presentazione degli interpelli, il cui importo sarà graduato in base a tipologia del contribuente e valore della questione oggetto della richiesta di chiarimento.