Il contribuente forfettario determina il reddito per cassa
Il periodo d’imposta che rileva per l’imputazione del corrispettivo è quello in cui ne viene conseguito in concreto il pagamento ossia la disponibilità della somma
La determinazione del reddito per il contribuente che opera in regime forfettario è improntata al criterio di cassa e pertanto il periodo d’imposta che rileva per l’imputazione del corrispettivo è quello in cui ne viene conseguito in concreto il pagamento ossia la disponibilità della somma. Quest’ultima, qualora venga adottato l’utilizzo del bonifico, è da ritenersi verificata secondo l’orientamento dell’amministrazione finanziaria, all’atto dell’accredito sul conto corrente , individuabile, in base a una definizione di tecnica bancaria nella “data disponibile”, che indica il giorno a partire dal quale la somma di denaro accreditata può essere effettivamente utilizzata. Quindi, per il documento di prassi non assumono rilievo né la data della valuta, ovvero quella da cui decorrono gli interessi, né il momento in cui il cliente emette l’ordine di bonifico né quello in cui la banca informa l’interessato dell’avvenuto accredito. Nello specifico del quesito il contribuente potrà imputare redditualmente l’importo della fattura emessa nel 2022, ma accreditata nei termini e modalità di cui sopra nei primi giorni dell’anno 2023, in quest’ultimo periodo d’imposta, predisponendo in caso di controllo amministrativo un prospetto di riconciliazione con quanto risulta già certificato dal sostituto nella CU emessa in relazione al periodo d’imposta 2022.
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