L'esperto rispondeImposte

Il forfettario non versa l’Iva per gli acquisti intra Ue fino a 10mila euro

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di Giorgio Confente

La domanda

Un soggetto forfettario ex lege 190/2014, iscritto al Vies (vat information exchange system), ha ricevuto fatture per acquisti intracomunitari per commercio elettronico indiretto, le ha numerate progressivamente con le altre fatture d’acquisto e le ha integrate indicando su ognuna l’Iva italiana al 22% che però ha trascurato di versare. Il ravvedimento va effettuato solo sulla sanzione per omesso versamento, o anche sulle sanzioni previste dal comma 9-bis dell’articolo 6 del Dlgs 471/1997 in merito al reverse charge? Riguardo ad una fattura senza Iva ricevuta da un fornitore cinese per merce che al momento dell’ordinativo online era presente in un magazzino amazon in Inghilterra, dal Vies è emerso che il cinese ha una posizione Iva in Inghilterra non abilitata ad effettuare operazioni intracomunitarie e pertanto il forfettario ha emesso autofattura ex articolo 17, comma 2, del Dpr 633/1972, numerandola distintamente dalle altre fatture emesse e versando l’Iva. Si è operato correttamente?

Il soggetto che aderisce al regime forfettario non è tenuto a integrare la fattura e a versare l’Iva se gli acquisti intra Ue di beni sono di ammontare inferiore ai 10mila euro, come confermato dall’agenzia delle Entrate nella circolare 10/E/2016 (paragrafo 4.1.2). È fatta salva la facoltà di optare per l’applicazione dell’imposta in Italia anche prima del raggiungimento della soglia. Alla luce di queste premesse, presumendo che gli acquisti intra Ue siano di ammontare inferiore a 10 mila euro, nel primo caso non è necessario il ravvedimento operoso, per sanare l’omesso versamento dell’imposta. Nel secondo caso, si può ritenere che l’Iva sia stata erroneamente versata.

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