Adempimenti

Irap e aiuti di Stato, restituzione verso la proroga al 31 gennaio

Verso l’ok agli emendamenti bipartisan al Senato per dare alle imprese più tempo per i calcoli e il rimborso

di Marco Mobili e Giovanni Parente

Mentre il dibattito politico si concentra sul possibile alleggerimento dell’imposta regionale che grava su imprese e professionisti, si profila il quarto rinvio per la scadenza di restituzione senza sanzioni e interessi del saldo 2019 e del primo acconto 2020 dell’Irap. Un’esenzione prevista nel pieno della prima ondata Covid ma che, come tutte le altre misure agevolative, deve fare i conti con i limiti della Commissione Ue sul temporary framework. Anche alla luce della necessaria messa a punto del decreto attuativo sull’autocertificazione (si veda l’articolo), il Parlamento punta a concedere due mesi in più per i calcoli e per restituire gli importi dovuti. Un emendamento al decreto fisco lavoro collegato alla manovra che è già rientrato tra i segnalati e che ricalca una formulazione simile presentata da altri gruppi parlamentari vuole spostare dal 30 novembre al 31 gennaio 2022 il termine. L’ok di massima c’è già anche se per la conferma formale si attende la serata di oggi, quando le commissioni Finanze e Lavoro del Senato dovrebbero ricevere i pareri del ministero dell’Economia sulla “fattibilità” dell’approvazione degli emendamenti.

L'INGORGO IN ARRIVO

La strada per apportare correzioni al testo del Dl 146 approdato a Palazzo Madama è in salita, soprattutto per quanto riguarda gli interventi onerosi per cui non c’è una dote finanziaria da cui le commissioni parlamentari possano attingere. Pur traslando l’appuntamento con la restituzione al 2022, la misura dovrebbe comunque riuscire a tagliare il traguardo anche perché nel complesso groviglio di massimali, decorrenze e tipologie di aiuti Covid in sede comunitaria (su cui la Commissione Ue ha appena proposto una nuova modifica per estendere il regime del quadro temporaneo fino al 30 giugno 2022) manca ancora la bussola definitiva del Dm Economia previsto dal primo decreto Sostegni della scorsa primavera (Dl 41/2021) proprio per consentire a imprese e professionisti di orientarsi sui corretti parametri di calcolo dei benefici complessivi ricevuti tra fondi perduti, esenzioni d’imposta (non c’è solo l’Irap ma anche l’Imu per determinate categorie di immobili) e tax credit, da quello sugli affitti dei locali commerciali alle spese di sanificazione e di acquisto dei tamponi per i dipendenti.

In ogni caso, se proroga - come tutto lascia pensare - sarà, bisognerà comunque attendere un nuovo “comunicato” del ministero dell’Economia, dato che l’entrata in vigore della nuova proroga avverrà inevitabilmente oltre la scadenza del 30 novembre.

Per questa data, infatti, dovrebbe essere chiuso l’esame e il voto sui 340 emendamenti segnalati rimasti dopo la scrematura iniziale presso le commissioni Finanze e Lavoro di Palazzo Madama. L’attesa da parte delle imprese non riguarda soltanto l’Irap ma anche il destino del nuovo patent box, su cui al momento è data certa esclusivamente la modifica del regime transitorio per consentire le opzioni sul 2020 nella dichiarazione dei redditi.

In arrivo anche possibili sospensioni dei versamenti contributivi delle società sportive. Mentre nel pacchetto lavoro il M5S rimette nel mirino le norme che vanno a ritoccare le risorse per il reddito di cittadinanza e le modifiche al decreto Dignità del 2018 sul versante dei lavoratori interinali.

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