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Il ravvedimento speciale riduce la sanzione per l’integrativa a credito

Con il ravvedimento speciale la sanzione si riduce a 1/18 del minimo, che è 250 euro, se alla data del versamento di quanto dovuto non sia stato notificato alcun atto impositivo <br/>

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di Rosanna Acierno

La domanda

A giugno 2020 è stato elaborato un modello Redditi PF - relativo al periodo imposta 2019 per redditi da lavoro autonomo. Il contribuente paga regolarmente l’F24 e la dichiarazione viene inviata telematicamente a settembre 2020. Nei primi mesi del 2021 ci si rende conto che alcune CU non sono corrette e si provvede ad inviare una dichiarazione integrativa a favore. Ad aprile 2023 il contribuente riceve la comunicazione per l’adempimento spontaneo perché l’agenzia delle Entrate rileva un reddito non dichiarato di 3.403 euro. Ricontrollando tutte le CU effettivamente c'è questa differenza e viene inviata la seconda dichiarazione integrativa. Nel ricalcolo delle imposte è emerso che il contribuente aveva pagato più di quanto dovuto già a giugno 2020 pertanto non c'è alcuna imposta a debito da versare, anzi, vi è un maggior credito. Non sono stati compensati crediti. A quanto ammonta la sanzione (da pagare con ravvedimento speciale) da versare entro il 30 settembre 2023?
A. M. - Torino

Come precisato dall’agenzia delle Entrate con la risoluzione del 24 dicembre 2020, n. 82, soltanto la presentazione di una dichiarazione integrativa interamente a favore del contribuente non è soggetta ad alcuna sanzione. È, invece, dovuta la sanzione amministrativa da 250 euro a 2.000 euro qualora la dichiarazione integrativa sia presentata per correggere errori od omissioni sia a favore che a sfavore del contribuente e il risultato finale della stessa sia comunque rappresentato da un maggior credito...