Imposte

Polizze Rc auto senza imposta provinciale

di Federica Pezzatti

Ad analizzare l’idea sembra l’uovo di Colombo. Tagliare il balzello provinciale che grava sulle polizze Rc auto – che pesa, per la legge delle percentuali, proprio sui più tartassati – e aumentare contemporaneamente le accise sui carburanti, con il risultato di lasciare invariato il gettito per lo Stato.

La proposta non arriva dalle associazioni ambientaliste o dai fan di Greta, bensì dall’Ivass, l’Authority assicurativa, che ha spiegato il suo progetto nel Quaderno «Defiscalizzare la Rc auto: come e perché». A firmare il paper è il consigliere Riccardo Cesari, insieme al direttore centrale Antonio Rosario De Pascalis. Lo studio analizza le componenti fiscali e parafiscali dell’ Rc Auto ed esamina il loro trasferimento, a parità di gettito, dal premio di polizza al consumo di carburante.

Essendo l’aliquota provinciale quasi sempre applicata al livello massimo del 16%, si avrebbe una riduzione del prezzo medio Rc del 15,7%: un calo simile al trend di eccezionale discesa del periodo 2014-2018 dovuto anche all’introduzione delle black box. Per conservare l’invarianza di gettito (secondo le stime quasi 2,2 miliardi di euro, dati al 2016) si ipotizza un’unica accisa sul prezzo della benzina e del gasolio: un’addizionale dello 0,0477 euro al litro, più un contributo al Fondo vittime della strada (0,007 ) per un aumento totale dello 0,055 euro al litro.

Gli effetti immediati sarebbero almeno tre: redistribuzione territoriale del carico fiscale; recupero parziale dell’evasione assicurativa (si stima che ci siano 2,9 milioni i veicoli non assicurati, pari al 7% dei veicoli in regola) e in terzo luogo vi sarebbe un parziale recupero del gettito da parte degli automobilisti esterovestiti : i furbetti dell’immatricolazione ossia i proprietari di circa un milione di veicoli che stazionano abitualmente in Italia con targhe estere.

«A fronte di una riduzione del 18% circa dei premi, ci sarebbe un aumento dei carburanti del 4,5% ed un effetto netto quasi nullo sul livello generale dei prezzi», afferma lo studio. A beneficiarne sarebbe soprattutto il Sud dove ci sono elevate tariffe e basso consumo di carburante. La defiscalizzazione del premio renderebbe esercitabile anche il diritto di recesso nei contratti Rc “a distanza” (le imposte non sono infatti rimborsabili, secondo il principio soluti retentio). E, soprattutto, l’imposta sui carburanti avrebbe le caratteristiche di una carbon tax, con incentivi concreti alla riduzione delle emissioni di CO2 e all’uso delle rinnovabili. Un aspetto da non sottovalutare, visto il nuovo triste record italiano di decessi originati da biossido di azoto, secondo i dati dell’Agenzia europea per l’ambiente.

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