Professionisti, allo studio lo split payment con lo sconto
Uno split payment con lo “sconto” per i professionisti. Mentre sulla tassazione delle locazioni e delle piattaforme come Airbnb si punta a una tassa di soggiorno anche per gli affitti brevi. Sul fronte rimborsi, poi, l’Esecutivo conferma di voler tagliare i tempi di liquidazione delle somme come anticipato ieri su queste pagine e, addirittura, punta al raddoppio semplificando anche i tempi di pagamento dei rimborsi Iva in conto fiscale. Sono alcune delle principali indicazioni emerse al termine del lungo confronto tra maggioranza e Governo sugli emendamenti alla manovra correttiva all’esame della commissione Bilancio della Camera. Una lunga riunione disertata volutamente da Mdp pronta a non sostenere la maggioranza fin quando non saranno ritirati gli emendamenti di Ap e dello stesso Pd sui buoni lavori (si veda il servizio a pagina 2).
La giornata di ieri è servita anche per fissare la road map della manovra in Commissione. L’esame nel merito partirà lunedì pomeriggio e si chiuderà tra venerdì notte e sabato mattina al massimo, con l’obiettivo già fissato dalla capigruppo di Montecitorio, di inviare il testo rivisto e corretto all’aula lunedì 29 maggio. Nelle prime due mezze giornate di lavoro il presidente della Bilancio, Francesco Boccia (Pd), punterebbe a chiudere l’esame dei primi 11 articoli, ossia quelli sulle entrate che devono garantire alla correzione dei conti non meno di 3,2 miliardi di euro. E lunedì si voterà subito la web tax proposta dallo stesso Boccia che prevede una cooperazione rafforzata per le digital company con ricavi sopra il miliardo di euro realizzati in Italia. Proposta che ha già incassato il via libera del Governo, ribadito anche ieri dal viceministro all’Economia, Luigi Casero (Ap), che nel corso di un convegno sull’e-commerce e il made in Italy a Montecitorio ha ribadito che nella manovra «saranno approvati emendamenti che iniziano un percorso di tassazione delle imprese che operano nel digitale». Casero ha, infatti, sottolineato la necessità di mettere un freno a «questo drenaggio di risorse verso altri Paesi», chiarendo che non «ci sarà nessuna tassa per gli utenti della rete».
A tenere banco nella riunione di ieri tra maggioranza e Governo è stato comunque l’allargamento dello split payment ai professionisti e i possibili rischi di allungare i tempi dei rimborsi Iva ai fornitori della Pa e delle società pubbliche obbligati ora alla «scissione contabile». Dopo il no del Governo alle proposte bipartisan di cancellare completamente l’allargamento dello split payment ai professionisti per le risorse che questa misura deve garantire per correggere i conti (35 milioni nel 2017 e 70 milioni nel 2018), il punto su cui si potrebbe trovare un’intesa per ridurre l’impatto del meccanismo Iva è l’emendamento presentato da Rocco Palese (Cor), secondo cui l’Iva da split payment per un 70% sarà versata direttamente dalla Pa e dalle società pubbliche e il restante 30% resterà nella disponibilità dei professionisti. Una sorta di split payment con lo sconto le cui modalità di applicazione saranno fissate da un successivo decreto del Mef da emanare entro il 60 giorni dall’entrata in vigore della legge di conversione.
Altro tema caldo legato allo split payment è quello dei rimborsi. Il Governo ha confermato quanto anticipato ieri dal Sole 24 Ore, ossia il taglio dei tempi di erogazione delle somme spettanti alle imprese e ai contribuenti in credito con il Fisco. Senza fissare una data certa si punta a tagliare la cosiddetta seconda fase di lavorazione dei rimborsi consentendo alla stessa agenzia delle Entrate di liquidare direttamente le somme richieste da imprese e cittadini. Un’operazione che punta a tagliare di 30-40 giorni i tempi di erogazione. Non solo. Per le imprese interessate dallo split payment il Governo punta a introdurre una norma secondo cui a partire dal 1° gennaio 2018 i rimborsi in conto fiscale (quelli superiori a 700mila euro o anche 1 milione di euro per alcuni soggetti) saranno pagati ai contribuenti direttamente dalla struttura di gestione.
Sotto la lente anche le modifiche alla tassazione delle locazioni brevi. Si lavora all’inserimento di una tassa di soggiorno, ma la discussione è aperta: nonostante «forti pressioni», dovrebbe essere mantenuto il ruolo di sostituto d’imposta attribuito agli intermediari. Differenze di vedute sarebbero invece emerse, tra chi punta a estendere la definizione di impresa anche a chi affitta due o tre stanze e chi invece vorrebbe evitarlo. Tutto da rivedere e rimodulare l’intervento sui giochi che potrebbe anticipare il taglio del 30% delle slot dagli esercizi commerciali (bar e tabacchi). Infine nella manovra salirà anche il prestito ponte di 600 milioni per Alitalia anch’esso in discussione alla Camera.