Imposte

Riforma dei Confidi in salita

immagine non disponibile

di Silvia Marzialetti

R iforma dei Confidi sempre più distante. Nel question time che si è tenuto ieri alla Camera, il Governo ha messo nero su bianco tutte le problematiche che rischiano di far svaporare il progetto di riordino del settore.

Incompatibilità con la disciplina Ue in materia di aiuti di Stato (già a inizio anno la Commissione europea aveva escluso la possibilità di trasferire risorse pubbliche al patrimonio dei confidi) e necessità di individuare una copertura finanziaria che esuli dal decreto delegato e trovi ospitalità in un altro provvedimento legislativo, le principali criticità segnalate dal sottosegretario all’Economia, Paola De Micheli.

Di difficile realizzazione anche la cornice all’interno della quale dovrebbe inserirsi tale riforma.

Rispondendo a una interrogazione dell’onorevole Paolo Petrini , De Micheli ha elencato una serie di interventi propedeutici alla riforma, puntualizzandone la non agevole realizzazione. Su tutti una revisione del Testo unico bancario, già fresco di restyling e poi l’urgenza di una regolamentazione dei prodotti e dei servizi innovativi, più vicina al profilo di operatività di soggetti privati, che non dello Stato.

Il sottosegretario ha poi segnalato l’esigenza di individuare metodologie di valutazione degli impatti della garanzia sui sistemi economici locali, anche attraverso le Camere di Commercio.

Avviata con la legge delega 150/2016 (pubblicata in Gazzetta ufficiale esattamente un anno fa), la riforma dei confidi avrebbe dovuto prendere corpo attraverso uno o più decreti legislativi. L’obiettivo era quello di favorire un migliore accesso al credito a Pmi e liberi professionisti.

Ora il percorso sembra tutto in salita.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©