Rimborsi, pro rata e compensazioni decidono la convenienza del gruppo Iva
Fattura unica da emettere e da ricevere, operazioni “infragruppo” senza applicazione dell’imposta, liquidazioni e comunicazioni Iva uniche, così come anche la dichiarazione annuale. Questi alcuni dei vantaggi che derivano dall’eventuale opzione per il gruppo Iva, che dal 2019 vedrà la sua prima applicazione. Si tratta di una possibilità innovativa, a livello nazionale, introdotta dalla legge di Bilancio 2017 (la 232/2016), e disciplinata dal nuovo Titolo V-bis del decreto Iva (Dpr 633/1972).
Possono accedere tutte le imprese, nonché gli esercenti arti e professioni, tra i quali ci siano i vincoli di natura finanziaria, economica e organizzativa indicati nell’articolo 70-ter del Dpr 633/1972. Tutti questi soggetti, per decidere se sia conveniente optare (o no) per il gruppo Iva, dovranno soppesare vantaggi e svantaggi.
Tra i vantaggi si può annoverare l’emissione della fattura, nei confronti dei terzi, rispetto al gruppo, da parte del solo soggetto che funge da rappresentante del gruppo stesso. Anche le fatture emesse dai fornitori del gruppo Iva dovranno indicare la partita Iva del gruppo, visto che i soggetti partecipanti perdono la loro individuale soggettività Iva.
Vi è, però, sempre in tema di fattura, il risvolto della medaglia. Sia nelle fatture emesse che in quelle ricevute dal gruppo Iva, va indicata, oltre alla partita Iva del gruppo, anche il codice fiscale di chi, rispettivamente, ha effettuato l’operazione attiva o l’acquisto.
Se sul versante dell’emissione della fattura ciò non provoca grandi problemi, sul fronte della fatturazione passiva, ciò potrebbe essere più oneroso. Stabilisce, infatti, il decreto attuativo, all’articolo 3, che «al momento della ricezione della fattura i medesimi soggetti (del Gruppo Iva, ndr) verificano l’indicazione del codice fiscale e provvedono al suo inserimento ove mancante».
Dal 1° gennaio 2019, con l’avvento obbligatorio della fattura elettronica, bisognerà quindi attrezzarsi per:
• verificare la presenza del codice fiscale della società del gruppo che ha effettuato l’acquisto;
• inserire, nelle fatture che ne sono prive, il codice fiscale della società del gruppo che ha eseguito l’acquisto.
Due operazioni che potrebbero richiedere accorgimenti organizzativi non banali, soprattutto nei gruppi più grandi.
Sempre sul fronte dei vantaggi vi è certamente quello collegato agli adempimenti:
• unica liquidazione Iva e unica comunicazione;
• unica dichiarazione annuale Iva e unico spesometro per operazioni con l’estero;
• unica gestione del credito Iva con unica richiesta di rimborso;
• unica emissione delle dichiarazioni d’intento, con riferimento, per la verifica dei requisiti come esportatore abituale, alle operazioni di tutto il gruppo.
Un altro vantaggio potrebbe essere rappresentato dalla fatturazione infragruppo, ossia che avviene tra i partecipanti allo stesso. Poiché il gruppo Iva un’unica partita Iva e i singoli partecipanti perdono la loro, eventuali operazioni poste in essere fra un soggetto e l’altro dello stesso gruppo sono da considerare fuori campo Iva. Il vantaggio, naturalmente, è di natura soprattutto finanziaria.
Tra gli svantaggi c’è da segnalare l’impossibilità di compensare l’Iva a debito del gruppo con altri tributi o contributi a credito del singolo partecipante al gruppo stesso. Viceversa, il credito Iva del gruppo, sia annuale che infrannuale, non può essere utilizzato per compensare altri debiti di imposta o contributi dei singoli soggetti del gruppo.
Inoltre, è necessario tenere separatamente la contabilità Iva e la contabilità generale (affinché ogni impresa possa elaborare bilancio e dichiarazione dei redditi e Irap).
Il pro rata di detraibilità, che diviene unico, potrebbe limitare la detraibilità dell’imposta anche ai soggetti del gruppo che non fanno operazioni esenti.
Infine, i soggetti facenti parte del gruppo sono solidalmente responsabili, con il rappresentante del gruppo, per le somme dovute a titolo di imposta, interessi e sanzioni.