Rivalutazione beni d’impresa 2022, riconoscimento fiscale obbligatorio
L’imposta sostitutiva è pari al 10% per i beni non ammortizzabili e al 12% per i beni ammortizzabili
Per il 2022 non è prevista una normativa specifica per la rivalutazione dei beni di impresa come prevista per il 2020. Tuttavia l’articolo 12-ter del Dl 23/2020, ha prolungato l’ambito temporale di applicazione della rivalutazione disciplinata dall’articolo 1, commi 696 e seguenti, della legge 27 dicembre 2019, n. 160, permettendo la rivalutazione nei bilanci successivi al 31 dicembre 2019, 2020 e 2021, consentendo quindi l’aggiornamento dei valori negli esercizi 2020, 2021 e 2022. In questa ipotesi rivalutativa, il riconoscimento fiscale non è una facoltà, bensì un obbligo e opera automaticamente a seguito del versamento dell’imposta sostitutiva, che è pari al 10% per i beni non ammortizzabili e al 12% per i beni ammortizzabili. Tale disposizione, però, riguarda i soli beni presenti nel bilancio 2018 e prevede che per i beni immobili, i maggiori valori iscritti in bilancio ai sensi dell’articolo 14 della legge 21 novembre 2000, n. 342, si considerano riconosciuti, rispettivamente, con effetto dal periodo di imposta in corso alla data del 1° dicembre 2024. Si precisa infine che nel caso di cessione a titolo oneroso, di assegnazione ai soci o di destinazione a finalità estranee all’esercizio dell’impresa ovvero al consumo personale o familiare dell’imprenditore dei beni rivalutati in data anteriore a quella di inizio del quarto esercizio successivo a quello nel cui bilancio la rivalutazione è stata eseguita, ai fini della determinazione delle plusvalenze o minusvalenze si ha riguardo al costo del bene prima della rivalutazione.
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