L'esperto rispondeControlli e liti

Sanzione fissa per il credito Iva non spettante dichiarato ma non utilizzato

Per le irregolarotà commesse in dichiarazione che non hanno effetto sulle imposte la sanzione va da 250 euro a 2mila euro

immagine non disponibile

di Rosanna Acierno

La domanda

La società Alfa, aderente al regime dell’Iva di Gruppo ai sensi dell’articolo 73 del Dpr 633/72, deve trasmettere una dichiarazione Iva integrativa 2024 - anno di imposta 2023, da cui emerge un minor credito spettante. La dichiarazione integrativa sarà trasmessa oltre i 90 giorni dalla scadenza del termine di presentazione. Come previsto dall’istituto del Gruppo Iva, la società Alfa ha trasmesso, ogni mese, al Gruppo, il credito Iva derivante dalla propria liquidazione Iva. Si precisa che la società Alfa è risultata a credito in tutte le liquidazioni Iva dell’anno di imposta 2023 e che il Gruppo ha utilizzato solo parzialmente i crediti trasferiti dalla società Alfa. Dal momento che la sanzione per dichiarazione infedele può essere irrogata soltanto nel caso in cui il maggior credito sia stato utilizzato (come chiarito durante Telefisco 2017), si chiede, se, in questo caso, si possa applicare la sanzione fissa di 250 euro, dal momento che il credito trasferito al Gruppo nell’anno di imposta 2023 è stato utilizzato per un importo inferiore rispetto al credito effettivo risultante dalla dichiarazione integrativa.
C. D. - Torino

La risposta è affermativa. Infatti, l’articolo 5 del Dlgs 471/97 punisce la dichiarazione infedele (violazione integrabile con la trasmissione di una dichiarazione con un’imposta inferiore al dovuto o con un credito utilizzato superiore a quello spettante) con una sanzione che va dal 90% al 180% (o con una sanzione fissa del 70% con un minimo di 150 euro per le violazioni commesse dal 1° settembre 2024) delle imposte dovute, del credito utilizzato o delle ritenute non versate. Sul punto, la Corte...