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Sconta l’Iva l’appalto per ristrutturazione con alcune prestazioni soggette al reverse charge

Quando si tratta di lavori di costruzione, di restauro conservativo e di ristrutturazione è prevista una deroga alla regola che prevede di separare le attività da assoggettare al regime dell’inversione contabile

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di Marco Zandonà

La domanda

Siamo una società operante nell’edilizia con codici attività principale 432101. Dobbiamo fare una ristrutturazione a una società agricola srl che rientra nelle opere di cui all’articolo 3, comma 1, lettera d), Dpr 380/2001 con molteplici interventi edilizi ben singolarmente individuabili e valutabili per un totale di 1.200.000 euro. Il cliente ci chiede di appurare se debba essere applicata l’Iva a tutto il contratto facendo riferimento alle circolari 14/E/2015 e 37/E/2015. In casi simili, essendo possibile effettuare la scomposizione del corrispettivo, (interpretiamo come una facoltà e non un obbligo l’applicazione dell’Iva a tutto il contratto) ci comportiamo nel modo seguente: opere murarie (massetti, controsoffitti, tetto, ecc) con Iva al 22 %; imbiancatura, impianti, intonaci, pavimenti eccetera in reverse charge. Le opere soggette ad Iva ammontano ad un totale di 200mila euro. Sarebbe sbagliato fatturare tutto in reverse charge?
S. P. - Prato

La disciplina dell’applicazione dell’Iva, in caso di interventi di ristrutturazione edilizia, è regolata dalla voce 127-quaterdecies della tabella A, parte III, allegata al Dpr 633/1972, che prevede l’aliquota del 10% per le «prestazioni di servizi dipendenti da contratti di appalto relativi alla costruzione di case di abitazione di cui al n. 127-undecies) e alla realizzazione degli interventi di recupero di cui all’articolo 31 della legge 5 agosto 1978, n. 457, esclusi quelli di cui alle lettere...