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Tassazione dei prodotti energetici e dell’elettricità: proposta di revisione della direttiva

La proposta di revisione della direttiva persegue, tra l’altro, anche lo scopo di preservare e migliorare il mercato dei prodotti energetici all’interno della Ue

di Giorgio Emanuele Degani

Il Consiglio Ue, lo scorso 8 giugno, ha confermato il proprio impegno nel voler procedere a ristrutturare le normative unionali in tema di tassazione dei prodotti energetici e dell’elettricità. In particolare, con la relazione sullo stato di avanzamento dei lavori, il Consiglio ha ribadito l’impegno di attuare gli ambizioni obiettivi eurounitari di abbattimento delle emissioni di almeno il 55% entro il 2030, e di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.

La proposta di revisione della direttiva persegue tra gli altri scopi anche quello di preservare e migliorare il mercato dei prodotti energetici all’interno dell’Ue, individuando nuovi prodotti tassabili e adeguando l’imposizione al fine di limitare le esenzioni e riduzioni fiscali ingiustificate, garantendo un elevato gettito per gli Stati membri.

Tali obiettivi, secondo la Commissione, sarebbero raggiungibili passando da una tassazione sul volume ad una tassazione basata sul contenuto energetico, stabilendo una classificazione delle tariffe legata al livello di inquinamento derivante dall’utilizzo dei prodotti. Sicché, i combustibili fossili dovrebbero essere tassati con aliquote ben maggiori rispetto alle fonti rinnovabili, tra cui l’eletricità.

Il Consiglio Ue, sotto la presidenza francese, ha confermato l’impegno a portare avanti la revisione, garantendo la coerenza dell’azione.

In particolare, ogni intervento dovrà assicurare anche la competitività tra gli Stati membri all’interno dell’Unione europea. A tal fine, saranno oggetto di approfondimento nelle prossime sedute:

1. la determinazione di chiare categorie fiscali dei prodotti e dei livelli minimi di tassazione;

2. l’introduzione di nuove regole di classificazione delle categorie di prodotti;

3. la rimozione di esenzioni ingiustificate, come quelle per il settore aereo e marittimo;

4. l’individuazione di regole condivise per la tassazione dei prodotti misti;

5. l’aggiornameto e l’inclusione dei nuovi prodotti energetici affinché vengano tassati in modo adeguato;

6. il raccordo tra l’esigenza di gettito degli Stati membri e gli obiettivi climatici dell’Unione europea, con riguardo alla direttiva sulle energie rinnovabili e la direttiva sull’efficienza energetiva.

In sostanza, la chiave della riforma sarà quella di adottare un sistema impositivo unionale ancorato al livello di inquinamento dei vari prodotti energetici: dovranno essere riviste integralmente le varie discipline agevolative, al fine di tassare maggiormente l’impiego di combustibili fossili e, al contempo, agevolare l’impiego di fonti rinnovabili. Il tutto, garantendo per gli Stati membri un adeguato gettito: si pensi che, solo per l’Italia le accise sui prodotti energetici e petroliferi assicurano un gettito di circa 27 miliardi di euro.