Adempimenti

VERSO LA MANOVRA/1 - Bonus moneta elettronica, meglio agire sulle commissioni

immagine non disponibile

di Benedetto Santacroce

Un super bonus del 19% fino a 2.500 euro di spesa in specifici settori ad elevato rischio di evasione fiscale. Questa sembra essere una delle misure con cui il governo sta pensando di incentivare dal 1° gennaio 2020 l’utilizzo della moneta elettronica. Questa misura, se verrà confermata, presenta certamente delle caratteristiche idonee ad uno stimolo per incentivare l’utilizzo di strumenti di pagamento tracciabili e una rispettiva diminuzione dell’uso del contante, ma non appare del tutto persuasiva per un vero e proprio cambiamento delle abitudini degli italiani.

In effetti, oltre a queste misure, nei giorni scorsi si è parlato di incentivi generalizzati di rimborso diretto al consumatore ovvero di una ulteriore riduzione o addirittura annullamento delle commissioni interbancarie e delle commissioni richieste direttamente agli esercenti e della lotteria degli scontrini.

Sicuramente strumenti più ampi e senza particolari limiti oggettivi sarebbero più idonei a raggiungere gli obiettivi che ci si propone con le specifiche misure, anche se bisogna sempre fare i conti con gli effetti che le stesse hanno sul gettito.

Il super bonus

Lo strumento dovrebbe consentire al consumatore di ottenere un rimborso massimo di 475 euro annui pari al 19% di 2.500 euro, limite massimo agevolabile per le spese sostenute con carte di debito o di credito nell’anno precedente. Le spese non sarebbero comunque libere, ma sarebbero limitate ad alcuni settori a più elevato rischio di evasione fiscale.

È chiaro che i limiti imposti rispondono, in primo luogo, ai predetti problemi di gettito e, in secondo luogo, alla scelta di settori di spesa ben determinati.

Inoltre il meccanismo per la sua attuazione presenta molti lati oscuri relativamente agli adempimenti che saranno a carico del consumatore per ottenere il rimborso della suddetta somma.

Le scelte di sistema

Come già evidenziato lo strumento del super bonus visto in modo isolato non sembra essere sufficiente per imporre un cambio di tendenza del consumatore anche perché l’intervento dovrebbe essere integrato con misure di sistema.

In effetti, il primo punto su cui agire sarebbe quello di consentire a tutti in ogni dove il ricorso a carte di debito, di credito o carte prepagate, imponendo un obbligo generalizzato di accettazione dei predetti strumenti di pagamento, attraverso un obbligo di installazione di strumenti (ad esempio: Pos).

Il legislatore in passato ha introdotto delle regole di questo tipo. In effetti, l’art. 15 comma 4 del Dlgs 179/2012 ha imposto a professionisti e commercianti l’obbligo di accettare i predetti pagamenti dotandosi di Pos. Ma la previsione normativa, identificabile più che in un obbligo in un semplice onere di accettazione, non ha ancora generato un adeguamento da parte di tutti gli esercenti al minuto e di tutti i professionisti. In effetti, la norma prevede l’approvazione di specifiche sanzioni che per ora non risultano ancora approvate.

Sempre sul piano sistematico sembra molto più efficace e diretto, invece di intervenire con dei bonus più o meno ampi sul consumatore, provvedere ad annullare le commissioni che direttamente o indirettamente incidono sui prezzi ovvero sugli oneri a carico del venditore del bene o del servizio. La riduzione delle commissioni è già previsto con le regole imposte dal Dlgs 13 gennaio 2018 che recepiscono e adeguano il sistema nazionale alle regole europee e, in particolare al regolamento 751/2015.

Un vero e proprio annullamento delle commissioni sarebbe possibile proprio a seguito dell’aumento dell’uso dei pagamenti elettronici che ridurrebbero gli ingenti costi che accompagnano l’utilizzo del denaro contante e che gravano su tutto il sistema finanziario.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©