Adempimenti

Web tax con cedolare del 6% sui ricavi

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di Giovanni Parente e Marco Rogari

Un rafforzamento della web tax transitoria prevista dalla manovrina correttiva di primavera con strumenti ad hoc a disposizione del Fisco per verificare i presupposti che inducono i big del web, e non solo, a dichiarare l’assenza di una stabile organizzazione nel nostro Paese ai fini fiscali. E l’introduzione di un’imposta sulle attività digitali del 6% sui ricavi «per la cessione di servizi pienamente dematerializzati da parte di soggetti non residenti a soggetti residenti in Italia» (si veda il Sole 24 Ore dell’8 ottobre).

A dare maggiore forza alle misure già adottate dal decreto sulla correzione dei conti è uno dei quasi 4mila emendamenti (3.954 per la precisione) al disegno di legge di bilancio, firmato da Massimo Mucchetti (Pd), che dovrebbe fungere da apripista all’introduzione di una vera e propria web tax, su cui da tempo spinge molto il presidente della commissione Bilancio della Camera, Francesco Boccia (Pd). Che però sul versante transazioni mette in guardia dal rischio che il meccanismo possa costringere anche le imprese italiane a pagare più tasse. Tra gli altri ritocchi presentati al Senato dai gruppi parlamentari, anche versione trasversale o bipartisan, il prolungamento al 2019 della sperimentazione dell’Ape social (con allargamento della platea), il rifinanziamento del bonus bebé, e la tassa sul fumo per destinare 500 milioni al “Fondo oncologici”. Il tutto mentre il governo apre sulla riduzione graduale del super-ticket sanitario per il quale Mdp chiede però la totale soppressione.

Web tax rafforzata

Il governo e la maggioranza stanno valutando per le modifiche in Parlamento un percorso in due tempi: rafforzare con ritocchi al Senato, dove è all’esame il Ddl di bilancio, il dispositivo già in vigore e completare l’intervento nel passaggio della manovra alla Camera con il recepimento dell’eventuale accordo a livello europeo (al quale sta lavorando il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan) per tassare il flusso o le transazioni delle internet company. Con l’emendamento Mucchetti verrebbe tassata la base imponibile dichiarata da giganti e non del web, che sarebbe poi verificata dall’agenzia delle Entrate attraverso un meccanismo che prevederà l’attribuzione di un codice fiscale. Questo, afferma Mucchetti, è «il frutto del lavoro di un anno delle commissioni Industria e Finanze del Senato sul disegno di legge che avevo presentato. L’emendamento dà forma giuridica anche agli orientamenti espressi dai quattro principali paesi dell’Ue».

Proroga Ape social

Dal Pd sono arrivati 410 emendamenti (di cui circa 200 “vidimati” dal gruppo, gli altri a titolo personale) al Ddl di bilancio, su cui la commissione Bilancio del Senato comincerà a votare tra la fine della prossima settimana e l’inizio di quella successiva dopo il via libera dell’Aula di Palazzo Madama al decreto fiscale. Tra i ritocchi Dem, come ha sottolineato il capogruppo Pd in Commissione, Giorgio Santini, c’è quello che punta a prorogare al 2019 l’Ape social allargandone e fluidificandone i criteri. Si tratta, sottolinea Santini, di un «contenitore pronto a recepire» l’eventuale «intesa governo-sindacati» sull’esenzione dei lavori gravosi dall’aumento automatico a 67 anni nel 2019 dell’età pensionabile. Mdp propone invece di estendere a tutti l’opzione donna per uscire prima.

Aumento tassa fumo

Dalla commissione Sanità di Palazzo Madama arriva un correttivo, condiviso da Pd e Ap, per finanziare l’acquisto di farmaci oncologici innovativi e potenziare le reti delle cure palliative, in particolare pediatriche, facendo leva su un aumento delle tasse sui tabacchi (gettito atteso 500 milioni).

Super-ticket sanitari

In commissione Bilancio al Senato il viceministro dell’Economia Enrico Morando conferma che è «necessario» un intervento sui superticket, a fronte delle «difficoltà per i cittadini di usufruire delle prestazioni sanitarie anche nelle Regioni più virtuose». Il Governo punta a una riduzione graduale, ma Cgil e Mdp, con un emendamento ad hoc, premono per un’immediata e totale abolizione della “maggiorazione”.

Bonus bebè

Ap, che ha depositato 550 emendamenti in Commissione, punta su un pacchetto famiglia imperniato su una card per i nuclei numerosi e sul rifinanziamento del bonus bebè, senza il quale Alternativa popolare minaccia di non votare la manovra. Anche il Pd ha presentato ritocchi per “ripristinare” il bonus bebè e alzare l’attuale tetto di 2.840 euro sopra il quale i figli non sono più considerati a carico dei nuclei per beneficiare delle detrazioni.

Estensione della cedolare

Il Pd propone di introdurre la cedolare secca anche sugli affitti dei negozi non locati da tempo per contrastare il fenomeno delle “saracinesche chiuse”.

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