Imposte

Bonus quotazione esteso all’emissione di minibond

di Alessandro Germani

Poiché il bonus quotazioni ha come finalità di incentivare l’accesso ai mercati borsistici, dovrebbe applicarsi anche alle operazioni in cui, per il tramite di una Spac (Special purpose acquisition company), la business combination perviene alla quotazione. E dovrebbe spettare anche nel caso di quotazione di strumenti di debito quali i minibond. Sono queste le due importanti conclusioni della circolare Assonime n. 7 del 15 marzo scorso.

I mercati

La legge di Bilancio 2018 e il successivo Dm 23 aprile 2018 hanno introdotto un credito d’imposta per le spese sostenute per la quotazione di Pmi, di cui alla raccomandazione 2003/361, in un mercato regolamentato o in un Mtf di uno Stato Ue o See (si veda il Sole 24 Ore del 27 aprile 2018).

L’Mtf è un sistema multilaterale di negoziazione gestito da un’impresa di investimento o da un gestore del mercato che consente l’incontro di interessi multipli. Per ciò che concerne i mercati, la quotazione in Italia riguarda l’Mta (mercato telematico azionario) nonché il suo segmento Star, che prevede requisiti più stringenti.

Quanto agli Mtf, l’Aim è quel segmento destinato alle Pmi sul quale la quotazione non si configura come offerta al pubblico ma come private placement rivolto a investitori qualificati. A tal fine la società è assistita da uno specifico advisor (il Nomad). Ciò è valido per le quotazioni di ambito equity. Invece per il comparto del debito (minibond) l’Mtf di riferimento è l’ExtraMot Pro, accessibile solo ad investitori professionali.

Vista la comune finalità di raccolta delle risorse, secondo Assonime anche la quotazione dei minibond all’ExtraMot Pro dovrebbe consentire alla Pmi di ottenere il beneficio. La conclusione, sicuramente condivisibile, meriterebbe una conferma ufficiale, anche perché costituirebbe un volano alla quotazione dei minibond che è evento assai raro rispetto all’entità delle emissioni.

Una tematica aperta resta quella della Spac. Se infatti si esclude che la stessa, pur se micro o piccola impresa, possa beneficiare dell’agevolazione, sebbene la norma non dica alcunché a differenza di quanto avviene per le cambiali finanziarie esplicitamente precluse alle microimprese, dell’agevolazione dovrebbe poter beneficiare almeno la business combination, qualora la stessa si qualifichi come Pmi (si veda Il Quotidiano del Fisco del 22 agosto 2018).

Costi ammissibili

Ai sensi dell’articolo 4 del decreto sono ammissibili, fra gli altri: i costi del Nomad per la due diligence per l’ammissibilità al mercato; quelli dello sponsor; quelli della due diligence finanziaria, fiscale e legale; quelli relativi alla redazione dei documenti di ammissione; l’attività di investor relator.

Sebbene facciano parte dell’attività di comunicazione, le spese per l’utilizzo dei sistemi di diffusione e stoccaggio delle informazioni regolamentate ai sensi della direttiva transparency non sembrerebbero agevolabili, anche perché continuative.

Riconoscimento agevolazione

La procedura prevede il riconoscimento del credito da parte del Mise, in assenza del quale lo stesso è inesistente, con applicazione della sanzione dal 100 al 200% del credito utilizzato (articolo 13, comma 5, del Dlgs 471/97). La sua mancata indicazione nel quadro RU dà invece luogo solo ad una violazione formale, con sanzione da 250 a 2mila euro.

Passaggio fra mercati

Il passaggio da un Mtf (Aim o ExtraMpt Pro) a un mercato regolamentato (Mta) dovrebbe consentire di beneficiare dell’agevolazione, anche considerate le regole più stringenti a cui si va a soggiacere e i conseguenti maggiori costi di compliance. Non invece se si cambia semplicemente segmento (ad esempio da Mta a Star).

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